Niscemi. Vanno a giudizio, fissato per il prossimo febbraio. In giornata, sono arrivate le prime determinazioni del gup del tribunale di Caltanissetta per i coinvolti nel blitz antimafia “Mondo opposto”. Sono otto quelli che non hanno scelto il giudizio abbreviato e che sosterranno il dibattimento. Davanti al collegio penale del tribunale di Gela, si presenteranno il gelese Emanuele Burgio, il carabiniere niscemese Giuseppe Carbone, i mazzarinesi Alessandro Fausciana, Gaetano Fausciana e Salvatore Fausciana, il poliziotto in pensione niscemese Salvatore Giugno, Antonino Pittalà e Salvatore Pittalà. Sono tutti accusati di aver orbitato, a vario titolo, intorno ai fratelli niscemesi Alberto Musto e Sergio Musto, che per gli investigatori avrebbero preso le redini di Cosa nostra sul territorio, avendo come punto di riferimento Niscemi. Per gli inquirenti, avrebbero avuto la possibilità di ottenere notizie riservate dal poliziotto Giugno e dal carabiniere Carbone. Alcuni imputati hanno voluto rendere dichiarazioni spontanee. I carabinieri condussero le indagini. Sono parti civili il Comune di Niscemi, con il legale Paolo Testa, e i Ministeri dell’interno e della difesa, attraverso l’Avvocatura dello Stato, con il legale Giuseppe Laspina. La costituzione è stata ammessa per diversi privati che sarebbero stati vessati e per le associazioni antiracket, locale e nazionale.
Saranno invece giudicati con l’abbreviato, non solo i fratelli Musto, ma anche Andrea Abaco, Francesco Amato, Giuseppe Auteri, Francesco Cantaro, Mariantonietta Caruso, Viviana Caruso, Francesco Cona, Davide Cusa, Renè Distefano, Gianni Ferranti, Giovanni Ferranti, Giuseppe Manduca, Francesco Piazza, Paolo Rizzo, Carlo Zanti e Francesco Torre. I gelesi coinvolti, che avrebbero avuto la disponibilità di armi, oltre a Emanuele Burgio (che è stato rinviato a giudizio), sono Carmelo Raniolo, Luigi Cannizzaro e Vincenzo Cannizzaro (le loro posizioni saranno valutate in abbreviato). I pm della Dda di Caltanissetta, nel corso delle prossime udienze, esporranno le loro conclusioni per gli imputati nel giudizio abbreviato. In base alle contestazioni, il gruppo di Cosa nostra era attivo nelle estorsioni e aveva in progetto l’omicidio di un esercente antiracket. I coinvolti sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Joseph Donegani, Angelo Cafà, Francesco Spataro, Danilo Tipo, Nicoletta Cauchi, Salvatore Leotta, Antonino Grippaldi, Ennio Adamo, Antonio Vincenzo Arcerito, Donatella Cinzia Singarella, Maurizio Scicolone, Antonino Ficarra, Francesco Mascali, Monica Catalano, Claudio Bellanti, Vita Mercolillo, Agata Maira, Giuseppe Napoli, Antonino Di Gregorio, Riccardo Incarbone e Luca Del Bue.