Gela. La città detiene un altro triste primato. Il novanta per cento dei reati di minori nel territorio provengono da Gela. “Ragazzini coinvolti nello spaccio di stupefacenti, ricettazione, rapine, furti e risse – sostiene Cristina Scalia, giudice del tribunale per i minori di Caltanissetta – La dispersione scolastica è segnalata dai dirigenti delle scuole mentre le assenze spesso nascondono degli abusi”.
Un’attività che rimane anonima, soprattutto se i minori frequentano le scuole elementari e medie. Per sottolineare e cercare di porre rimedio al nuovo triste primato dei minori gelesi è intervenuta la magistratura, con Scalia a Alessandro Laurino (Tribunale dei minori di Gela), convocando in Aula consiliare gli attori principali che ruotano attorno al mondo dei minori.
Dirigenti scolastici, servizi sociali, associazioni, psicologi, forze dell’ordine e l’amministrazione comunale hanno messo a nudo i disagi, ammettendo le difficoltà di lavorare in rete per cercare di ottimizzare le risorse umane impiegate a favore della dispersione scolastica.
“Abbiamo individuato 54 alunni vittime di disagi economici, e violenze familiari che spesso sfociano in abusi sessuali – denuncia Valeria Caci, presidente dell’associazione Tempio d’Apollo – Iniziando ad operare presso i plessi delle scuole San Francesco, Enrico Mattei e Giovanni Verga abbiamo individuato disagi economici ma anche problemi di violenze fisiche e sessuali.
Per incontrare le famiglie siamo stati costretti a creare due gruppi diversi, perché i soggetti spesso appartengono anche a cosche mafiose diverse. Io non aspetto i tempi inaccettabili dell’amministrazione comunale – continua Caci – Abbiamo creato due sportelli antibullismo con il supporto dello psicologo a scuola. Un altro problema ignorato dalle scuole elementari – conclude – è la dislessia. Sono stati effettuati 1600 screening e a settembre avremo i risultati. Intanto gli alunni si presentano agli esami di scuola media senza conoscere le vocali e le tabelline”.
“L’incontro voluto dalla Procura dei minori del tribunale di Caltanissetta – dice il vice sindaco Fortunato Ferracane – si è rivelato denso di scambi di idee e notizie indispensabili per migliorare la programmazione a avviare programmi futuri, creando una serie di conferenze i servizi”.
“Non vengono denunciati i casi di disagio – accusa Davide Chiarenza, responsabile dell’ufficio Minori della questura di Caltanissetta – ignorando bambini che vanno a scuola scalzi o visibilmente sporchi protagonisti di un palese linguaggio di tipo mafioso. Bisogna fare di più”.