Minacce e intimidazioni, riqualificata l'accusa per Curvà: non doversi procedere
L'ipotesi iniziale è stata riqualificata
Gela. La sua posizione emerse dalle pieghe di un'inchiesta più ampia, legata a debiti per droga e a intimidazioni, ricostruite dagli investigatori. Per Benedetto Giuseppe Curvà, il dibattimento si è chiuso con il non doversi procedere. Il giudice Fabrizio Giannola, a conclusione dell'istruttoria, ha riqualificato l'iniziale imputazione, indicando un tentativo di violenza privata. In mancanza di querela, il giudice ha chiuso il procedimento a carico di Curvà, che ha diversi precedenti penali alle spalle ed è stato coinvolto in inchieste antimafia. La procura, con il pm Gesualda Perspicace, ha invece concluso con una richiesta di condanna a tre anni e otto mesi, così come concluso anche dalla parte civile, con il legale Valentina Lo Porto. La difesa di Curvà, sostenuta dal legale Giovanni Lomonaco, ha insistito sul fatto che l'imputato non sarebbe intervenuto per intimidire possibili testimoni dei fatti. Ha escluso le eventuali pressioni. La riqualificazione, però, ha determinato il non doversi procedere.
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