Gela. Sono in totale sei gli imputati che davanti al giudice del tribunale di Agrigento rispondono di resistenza a pubblico ufficiale, per fatti che si sarebbero verificati nel carcere della città dei templi. Cinque anni fa, anche due gelesi, allora detenuti nella struttura, avrebbero minacciato alcuni agenti della penitenziaria. Contestazioni che hanno portato a processo Paolo Vitellaro, difeso dall’avvocato Rosario Prudenti, e Rosario Moscato, rappresentato dal legale Cristina Alfieri. In aula, la scorsa settimana, è stato sentito, come testimone, anche il comandante di allora. Secondo i pm della procura agrigentina, nei confronti degli agenti ci sarebbero state parole pesanti e minacce di morte. Alcuni sarebbero stati strattonati, in quei momenti assai concitati. I pm hanno ottenuto il giudizio per i sei. Oltre ai due gelesi, sono a processo i palermitani Antonino Capizzi (difeso dai legali Igor Runfola e Giovanni Castronovo) e Pietro Flamia (rappresentato dai legali Giuseppe Bongiorno e Rosalia Zarcone), il catenese Alfonso Fiammetta (con il legale Vincenzo Giambruno) e il campano Gaetano Licata (difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano).
I difensori degli imputati avanzano ricostruzioni diverse rispetto a quelle che hanno portato al processo. Altri testimoni saranno sentiti nel corso dell’istruttoria dibattimentale.