Gela. Prima gli arresti domiciliari e successivamente la detenzione in carcere. Il rapporto matrimoniale finito sarebbe la causa di minacce, pedinamenti e pressioni che l’ex marito avrebbe concentrato su una donna che vive in città, sua ex consorte. Nelle scorse settimane, gli investigatori hanno accertato la violazione dei domiciliari. Lui più volte si sarebbe recato nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie, così come accertato dalle immagini video, acquisite dagli inquirenti. Per questa ragione, la misura è stata aggravata, con la detenzione in carcere per l’uomo. La difesa, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, ha proposto appello, rivolgendosi ai giudici del riesame di Caltanissetta.
Ha posto elementi per richiedere di rivedere l’aggravamento, disponendo una misura meno grave rispetto alla detenzione in carcere. L’ex marito è accusato di aver violato i domiciliari soprattutto per raggiungere la zona dell’abitazione della donna. Era già stato sentito dal gip, dopo l’imposizione dei domiciliari, ma ha cercato di ridimensionare l’accaduto.