Gela. I debiti fuori bilancio, una vasta fetta del suo partito oramai apertamente schierata contro la giunta, le tante polemiche degli ultimi mesi e i fendenti arrivati dalla Corte dei Conti regionale. Il sindaco Angelo Fasulo, però, non sembra temere le sabbie mobili.
E, quindi? “Sì, mi ricandido – ammette senza troppe titubanze – perché no? Criticano la mia giunta? Spingo tutti ad individuare enti comunali che gestiscono città delle stesse dimensioni di Gela, se non molto più vaste, capaci di adottare una tassazione così bassa e, allo stesso tempo, in grado di pagare milioni di euro di debiti fuori bilancio prodotti da altre gestioni comunali. Onestamente, davanti ai numeri, mi meraviglio anch’io. Vorrei capire perché l’aliquota all’uno per mille della Tasi sarebbe una stangata! Ma ci sono in circolazioni aliquote più basse in Italia? Adesso, tocca all’imposta unica comunale e, anche in questo caso, avremo aliquote molto basse. Ovviamente, bisognerà pur prenderli da qualche parte i soldi per pagare i debiti fuori bilancio senza, peraltro, rinunciare a servizi indispensabili”. Il sindaco, in questo modo, sembra rispondere alle tante prese di posizione arrivate anche dai banchi del civico consesso occupati dai consiglieri del Partito Democratico. Fasulo, sotto questo profilo, rimanda al mittente anche i tanti sospetti generati da una gestione degli immobili comunali decisamente opinabile. Ovvero, perchè molte delle associazioni o dei privati che utilizzano strutture comunali hanno, spesso e volentieri, omesso di pagare canoni d’affitto o di rispettare i parametri delle convenzioni stipulate? “Non nego – dice il primo cittadino – che in passato ci siano stati degli errori. Una cosa è certa, verrà presentato un regolamento dettagliato sulla gestione degli immobili di proprietà comunale. Non esistono assegnazioni ad personam. Perché non si parla, invece, dei risultati raggiunti nella sala cinematografica di Macchitella o a quelli ottenuti con la totale ristrutturazione della vecchia palestra nello stesso quartiere?”. La nota dolente degli espropri, sottolineata più volte nelle loro relazioni dai magistrati della Corte dei Conti, non sembra così facile da dipanare. “Gli espropri? Noi, semplicemente, stiamo pagando per quello che si è verificato negli anni scorsi – continua Fasulo – l’unica procedura approvata in consiglio comunale durante la mia sindacatura è quella per il progetto Agroverde. Per il resto, ci riferiamo a progetti del passato. Abbiamo incaricato alcuni legali. Dobbiamo capire se vi sia la possibilità di rivalersi sulle cooperative che sono state favorite dalle procedure. Purtroppo, c’è stato un periodo durante il quale sono proliferati i progetti d’edilizia economica e popolare nella convinzione che potessero agevolare l’occupazione nel settore edile”. Gli ultimi mesi dell’amministrazione Fasulo, in ogni caso, sono contrassegnati da un’accelerazione sempre più repentina delle emergenze occupazionali, con in testa la vertenza Eni. “Siamo molto preoccupati – conclude – dobbiamo capire quali saranno i programmi definitivi di Eni per questo territorio. Il sistema produttivo dei grandi gruppi sta cambiando in base alle loro esigenze e alla domanda internazionale. La politica non si sta interessando? Non mi pare. Abbiamo coinvolto il presidente della regione e il premier Matteo Renzi, arrivato addirittura in città. Cosa avremmo dovuto fare ancora? Su Agroverde ho notizie di banche e imprenditori pronti ad assicurare capitali. La cooperativa è in attesa delle certificazioni antimafia necessarie alle imprese che dovranno riprendere i lavori edili interrotti da tempo. Non posso entrare nel merito di strategie che, alla fine, sono private”. La corsa al palazzo è già iniziata e Fasulo si schiera. Si prospettano tante lune piene in casa Pd.