Gela. Avrebbero cercato di sottoporre ad estorsione il titolare del bar “Del Duomo” Angelo Trespoli. Per questa ragione, sono otto gli imputati chiamati a rispondere davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Fabrizio Molinari e Manuela Matta.
“Ricordo molto bene – ha detto ieri in aula lo stesso Trespoli – che la sera del 18 agosto di tre anni fa Emanuele Cannizzo, prima indirettamente e poi in maniera esplicita, mi chiese il pagamento di almeno 500 euro. Questo si verificò sia all’interno del mio bar che, dopo qualche ora, nella pizzeria “Scacciapensieri”. Addirittura, cercò di sfregiarmi il viso utilizzando la chiave di un motorino”.
Gli otto, non solo Emanuele Cannizzo ma anche Giuseppe Cannizzo, Nuccio Rinzivillo, Vincenzo Cannizzo, Giuseppe Rinella, Roberto Di Stefano, Toma Catalin e Adrian Uncureanu, devono rispondere di tentata estorsione, violazione della normativa sul porto d’armi e del danneggiamento dell’impianto di videosorveglianza del bar gestito da Trespoli.
“Il giorno successivo ai fatti della pizzeria “Scacciapensieri” – ha continuato Trespoli – mi cercarono direttamente al mio bar. Io mi recai sul posto solo la sera, per precauzione portai con me una sbarra di ferro. Appena mi videro, iniziarono ad inseguirmi. Mi dovetti nascondere all’interno di una vicina rosticceria”.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Giacomo Ventura, Salvo Macrì, Dionisio Nastasi, Maurizio Scicolone, Carmelo Terranova e Francesco Bellino.