Gela. Nessuno segue la giunta e gli aumenti della Tari sui rifiuti sembrano destinati ad una sonora bocciatura. I cinquestelle bocciano le nuove tariffe. E’ quanto emerge dalla discussione in aula consiliare, tenutasi alla presenza di tanti lavoratori dell’indotto Eni che, come al solito, hanno tenuto a marcare la loro presenza, in assenza di risposte occupazionali. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano non sono riusciti a convincere il consiglio. Il numero legale, nel corso del dibattito, è venuto a mancare e si tornerà in aula domani sera. Tutto, però, sembra condurre verso un voto contrario agli aumenti previsti nel Piano economico finanziario 2017. Gli affondi principali sono arrivati dai banchi del Movimento cinque stelle. “Siete soli – ha attaccato Simone Morgana – neanche un consigliere comunale ha parlato a vostro sostegno. Ognuno, vi ha trafitti. Nella vostra strategia per la raccolta differenziata non ci sono incentivi. Volete solo differenziare e colpire i cittadini. Vi siete isolati. Il sindaco e il vicesindaco hanno scelto che quel gruppo che gli ha dato la città non andava più bene. Il sindaco ha deciso di rimanere da solo. I quattro assessori del Movimento cinque stelle sono stati buttati via perché non volevano che si arrivasse a documenti fallimentari come questo”. Un secco no al Pef è arrivato da Angelo Amato. “La giunta pensa di essere davanti a sessantatremila coglioni – ha attaccato – mancano controlli su un servizio che la Tekra gestisce illecitamente. Non sono previste proroghe. Il tentativo di aumento è da codice penale. Ancora oggi, l’Ato è gestito da un commissario che ha sulle spalle cinque procedimenti penali e continua a gestire denaro pubblico”. Una linea condivisa dall’altro grillino Vincenzo Giudice. “Questo sindaco che si crede Superman – ha detto – adesso, chiede un aiuto per far passare un provvedimento che nessuno conosce. Non sono chiare le cifre. Vogliono il voto per far sbloccare nuovamente soldi, non dovuti, da destinare alla Tekra”.
“Il costo del servizio è calato drasticamente”. “Il Piano economico finanziario da noi elaborato – ha detto ad inizio seduta l’assessore Simone Siciliano – è la perfetta immagine di quanto tracciato dall’amministrazione sul fronte del servizio rifiuti”. Il vicesindaco, inoltre, ha confermato la drastica riduzione del costo complessivo del servizio, adesso sotto i dieci milioni di euro, con una spesa pro capite di 124 euro e una percentuale di differenziata che tocca il cinquanta percento. Piano economico finanziario rispedito al mittente anche dal centrosinistra.
Nessuna sponda politica dal centrosinistra. “Hanno infinocchiato tutti i cittadini, sostenendo che non avrebbero aumentato nessuna tariffa – ha attaccato il democratico Salvatore Gallo – vengono in consiglio solo quando serve aiuto. Questa giunta è inadeguata. Non è il momento di imporre nuovi costi sulle spalle dei cittadini”. I tecnici presenti in aula, comunque, hanno confermato un aumento, medio, del trenta percento. “Mancano incentivi alla premialità per chi differenzia correttamente – ha spiegato Guido Siragusa del Polo Civico – avete prodotto squilibri di bilancio per sette milioni e mezzo di euro. Per quanto mi riguarda, questi aumenti sono un furto con destrezza”. Per il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta il servizio non può essere gestito senza gara d’appalto. “Voterò sempre contro i Pef e le tariffe sulla Tari – ha detto rivolgendosi al sindaco Domenico Messinese – fino a quando il servizio non verrà messo in gara. La città è sporca e noi non abbiamo mai cercato altri operatori sul mercato. Voi eravate quelli buoni, con tutte le soluzioni a portata di mano. Adesso, dimostrate che così non era”.
Il centrodestra dice no. Neanche dai banchi del centrodestra sono arrivati sostegni alle proposta. Salvatore Sammito ha annunciato il no al Piano economico finanziario. “Non posso votare a favore degli aumenti – ha detto – soprattutto per il rispetto che nutro nei confronti dei tanti cittadini che non hanno a disposizione un buon servizio di raccolta rifiuti”. Forza Italia, con i consiglieri Salvatore Scerra e Crocifisso Napolitano, ha scelto di opporsi agli aumenti, non partecipando al voto. “È un atto assurdo e ingiustificato – ha detto Scerra – non c’è alcun motivo per sostenere una scelta del genere e tutto questo lo abbiamo denunciato anche dalla commissione bilancio”. Aumenti non giustificati dagli effettivi costi del servizio hanno spinto Vincenzo Cascino e Maria Pingo a rispedire al mittente la proposta. “Il vero inganno è quello del Movimento cinque stelle che, oggi, parla solo di responsabilità della giunta – è intervenuto Giuseppe Ventura di Adesso Gela – è importante fare chiarezza perché il sindaco Domenico Messinese è stato scelto proprio dai grillini. In ogni caso, nonostante lo sforzo della giunta che forse ha compreso la necessità del dialogo, non possiamo votare gli aumenti”. A questo punto, anche se si tornerà in aula tra ventiquattro ore, il destino degli aumenti appare segnato e le tariffe Tari dovrebbero rimanere ferme a quanto stabilito nel Piano economico finanziario di tre anni fa.