Gela. In platea, sparsi qua e là, c’erano consiglieri comunali
e candidati all’Ars, soprattutto di centrosinistra, con il crocettiano Ennio Di Pietro e l’alfaniano Angelo Caci seduti in prima fila.
Crocetta apre lo show. Sul palco, invece, c’era solo lui, il sindaco Domenico Messinese, che si è preso il teatro “Eschilo”, giusto per qualche ora, provando ad abbozzare, forse, una fase politica nuova. I progetti per i prossimi tre anni, li ha voluti presentare, con tanto di slide e sottofondo musicale, in realtà piuttosto rivedibile. Doveva essere il giorno della mozione di sfiducia discussa in aula, invece tutti a teatro, peraltro con un cameo a sorpresa. Ad aprire lo show, si è presentato l’ormai uscente presidente della Regione Rosario Crocetta. Ovviamente, l’ex sindaco, da par suo, non si è tirato indietro, prendendosi praticamente i meriti di tutto e di più. Dal Patto per la Sicilia alla riconversione Eni, “trovatelo un altro che fa per Gela quello che ha fatto Crocetta”, ha chiosato. Dopo aver elencato successi su successi, la palla l’ha passata al sindaco, “abbiamo fatto un lavoro straordinario – si è congedato – ed è ovvio che adesso passa tutto all’amministrazione comunale”. Insomma, Crocetta e Messinese di certo non sembrano rivali politici, anzi.
Messinese alla ricerca dell’intesa giusta. A fare da cornice, c’erano diversi consiglieri comunali dem, ad iniziare dal capogruppo Vincenzo Cirignotta, seduto accanto al suo candidato di riferimento, il crocettiano Ennio Di Pietro, ma anche il presidente del consiglio Alessandra Ascia, esponenti di centrodestra e, ovviamente, la giunta al completo. “Ventiquattro progetti per un totale di sessantuno milioni di euro, solo dal Patto per la Sicilia”, questa la summa, in milioni di euro, fornita dal sindaco che non ha lesinato slide e, appunto, milioni di euro. Sembrava quasi di rivederlo ai tempi della sua campagna elettorale, in quel caso sotto le effigi del Movimento cinque stelle, quando, sempre slide alla mano, arringava su ciò che Crocetta e l’allora giunta Fasulo non erano riusciti a fare, ad iniziare dal porto rifugio. I progetti che la giunta vuole mettere sul tavolo della trattativa politica, Messinese li ha sciorinati uno ad uno, senza dimenticare la protesta contro i tagli alla sanità e l’urlo al ministro Lorenzin, poi rientrato con la pace sancita in albergo solo qualche giorno fa. Adesso, spetterà ai consiglieri decidere. Di sfiduciarlo, questo si è già capito, non se ne parla proprio. L’intesa si costruisce con pazienza, magari con qualche slide e un sottofondo musicale meno autocelebrativo.