Gela. Il progetto di realizzazione di un parco orto-serricolo-fotovoltaico da 80 Megawatt presentato dalla cooperativa Agroverde nel 2013 interesserebbe a nuovi investitori.
Ad annunciarlo, durante la trasmissione “Linea Diretta”, è stato l’assessore al Bilancio, Fabrizio Morello, convinto che “sull’energia allora valeva la pena scommettere. Dava interessi sia agli imprenditori – ricorda – che alla produzione agricola. Bisognava però essere meno megalomani”. Un’ammonizione dovuta, quella dell’assessore Morello, considerato che a distanza di quattro anni dalla posa della prima pietra sono stati rasi al suolo 343 lotti appartenenti a 40 diversi proprietari per un’area complessiva di 230 ettari ricadente nelle contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. Nonostante l’investimento allora annunciato, per un importo complessivo di 250 milioni di euro alla presenza del governatore Rosario Crocetta e degli ormai ex sindaci di Gela e Butera, Angelo Fasulo e Luigi Cassisi, e gli espropri forzati da “pubblica utilità” e le successive sentenze del tar, i proprietari non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo.
La cerimonia di presentazione del mega progetto, avvenuta in pompa magna, con un ricco buffet con tanto di ostriche e vini di pregio, era riuscita a nascondere un iter caratterizzato da discutibili imprenditori e false fidejussioni.
“I contratti – incalza Morello – se si fanno tra le parti, devono garantire un reciproco vantaggio. Vi garantisco, dopo avere letto gli atti, che l’ente di vantaggi non ne aveva proprio. Si è trovato ad espropriare per pubblica utilità delle aree ma la gestione sarebbe stata affidata a soggetti diversi. Abbiamo avuto incontri con imprenditori che hanno mostrato interesse a riproporre il progetto del polo agro-fotovoltaico Agroverde, mantenendo gli elementi iniziali. Abbiamo bisogno di tempo – smorza i facili entusiasmi – Sappiamo che i titolari di quelle aree hanno ricevuto solo lo spianamento delle loro proprietà e nessuna indennità dovuta. Dietro quella fidejussione consegnata al Comune, capiamo dagli atti, ci stava poco o niente. Ormai da un anno abbiamo avviato l’iter senza ricevere risposte e dato mandato alla procura”.
Tra questi ci sono anche i titolari dell’avio-superficie cancellata dalle ruspe della “pubblica utilità” che dopo avere presentato e vinto ricorso al tar per un giusto risarcimento, assistiti dall’avvocato Graziana Giannone, hanno ottenuto dagli investitori un nuovo brogliaccio contenente l’opposizione al decreto ingiuntivo.
“Salvare quel progetto significa comunque garantire risorse di lavoro alla collettività – conclude Fabrizio Morello – Sappiamo che chi ha subito quell’esproprio ha ricevuto un danno enorme. Abbiamo più volte incontrato i proprietari terrieri, ma anche da li potrebbero nascere altri contenziosi”.