Gela. Anche questa mattina presidio rafforzato davanti ai tornelli di raffineria Eni. I lavoratori della Medi group continuano ad essere molto preoccupati per il loro futuro immediato ma anche per le sorti dei diritti maturati in anni di lavoro con l’azienda edile locale, adesso in liquidazione. In raffineria, sono arrivati gli agenti di polizia dei reparti speciali. Da alcuni giorni, le attività nell’indotto della multinazionale vanno a rilento proprio per l’impossibilità delle aziende di disporre del loro personale. Questa mattina, è in programma un incontro tra i vertici di Sicindustria e i sindacati di categoria e confederali.
Dopo l’intervento della prefettura, si tenterà di capire se possano esserci spazi di manovra anche per un possibile piano di ricollocamento degli operai. Sono almeno centocinquanta quelli in forza a Medi group, attualmente legati alle decisioni del professionista delegato dal giudice che segue l’iter in corso. L’azienda ha cantieri in corso nell’indotto ma la crisi ha stoppato tutto, compresa l’attività dei lavoratori che già vantavano stipendi arretrati.