Gela. Il sì l’ha rilasciato l’Autorità regionale di bacino e conferma che c’è tutta l’intenzione di portare avanti un ambizioso progetto eco-agro-fotovoltaico, con capacità di produzione superiore a quella che venne presentata per l’investimento “Ciliegino”, poi naufragato nel nulla. La società Pv Freyr srl ha ottenuto l’autorizzazione idraulica unica, che è uno dei tasselli preliminari al via libera definitivo per un progetto da 87,96 MWp, che dovrebbe sorgere in contrada Badia Collegio. Le valutazioni condotte dall’Autorità di bacino hanno dato esito favorevole. L’iter è stato attivato perché le opere per il parco fotovoltaico della società, con sede nell’ennese, interessano anche il torrente Laminaro Gargheria. Il nulla osta è stato confermato, con tutte le prescrizioni del caso. Tra le molte richieste autorizzative che in questi ultimi anni passano dal fotovoltaico sul territorio, quella della Pv Freyr srl tocca il progetto con capacità di produzione sicuramente maggiore. Lo scorso aprile, il Comune ha dato l’assenso per l’attestazione di conformità urbanistica. L’azienda, che ha sede legale a Valguarnera Caropepe, fa però riferimento ad un socio unico, con sede in Inghilterra, la “Sycamore capital Italy ltd”. Si tratta di un’iniziativa imprenditoriale che mette insieme la holding “Sycamore capital ltd” e la “Ambiens srl” (il cui amministratore è anche alla testa della Pv Freyr). La società che ha proposto l’investimento è stata costituita nell’ottobre di due anni fa e ha dietro investitori che sembrano puntare forte sul progetto, avendo già a disposizione le aree. A differenza di quanto accaduto nel caso di Agroverde, l’investimento della società ennese non prevede oneri per espropri e Palazzo di Città non corre rischi. Ancora oggi, le casse dell’ente devono prepararsi a sostenere le conseguenze degli espropri del progetto “Ciliegino”, che seppur mai realizzato potrebbe gravare per anni. “L’impianto eco-agro-fotovoltaico verrà realizzato a terra. Il sistema eco-agro-fotovoltaico punta ad una condivisione di spazi tra il fotovoltaico, l’agricoltura e gli ecosistemi che interessano l’area di impianto in modo che le diverse componenti siano compatibili fra esso con reciproci vantaggi in termini di produzione di energia, tutela ambientale, conservazione della biodiversità e mantenimento dei suoli. L’impianto fotovoltaico sarà composto complessivamente da un totale di quattordici sottocampi”, si legge nel provvedimento regionale.
Tra gli altri aspetti, è riportato che “il progetto prevede l’impiego di 139.773 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino”. Molte zone rurali della città, da alcuni anni sono tra i target che i gruppi del settore si sono posti, ritenendole adatte alla produzione di energia da immettere sul mercato. Quando si è trattato di rilasciare la conformità urbanistica, a Palazzo di Città l’assessore allo sviluppo economico Terenziano Di Stefano, viste le dimensioni e la capacità di produzione dell’investimento, non ha escluso l’ipotesi di richiedere delle compensazioni, attraverso una convenzione da stipulare con la società. Allo stato, però, non ci sono stati sviluppi, almeno su questo fronte.