Maxi inchiesta antimafia "Hydra", difese valutano riti alternativi: difetto di notifica anche per Bonvissuto e Nicastro
Il "consorzio d mafie", sulla scorta degli esiti investigativi, avrebbe controllato importanti settori economici, fino ad avere rapporti con esponenti delle istituzioni
Milano. L'attenzione è concentrata sulle richieste di riti alternativi che le difese di molti imputati, nel procedimento scaturito dalla maxi inchiesta antimafia "Hydra", intendono avanzare. Anche questa mattina, davanti al gup del tribunale di Milano, in udienza preliminare, le parti hanno discusso delle eventuali scelte e delle eccezioni preliminari che sono state avanzate. Proprio sulla base di queste ultime, sono state stralciate le posizioni di undici imputati, comprese quelle dei gelesi Dario Nicastro e Rosario Bonvissuto, accusati insieme ad altri centoquarantuno imputati di aver gravitato in quello che gli inquirenti lombardi ritengono un vero e proprio "consorzio di mafie", messo insieme da esponenti di Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra. Per le posizioni stralciate, è stato accertato il difetto di notifica. Tra i gelesi che rispondono alle accuse, anche Fabio Nicastro e Francesco Nicastro. Sono tutti difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Silvia Consonni, Francesca Cramis ed Emanuela Berardi. Sono costituiti parti civili il Comune di Milano, quello di Varese e la Regione Lombardia. Ci sono inoltre alcune associazioni antimafia. Il "consorzio di mafie", sulla scorta degli esiti investigativi, avrebbe controllato importanti settori economici, fino ad avere rapporti con esponenti delle istituzioni. Dario Nicastro e Fabio Nicastro, secondo i pm della Dda milanese, avrebbero partecipato a summit di mafia, finalizzati a definire le strategie sul territorio dell'hinterland di Milano e della provincia di Varese. Fra i coinvolti, presunti vertici di mafia come il trapanese Paolo Aurelio Errante Parrino e i palermitani Giuseppe Fidanzati e Stefano Fidanzati. In aula si tornerà a giugno.
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