Gela. La frazione di Manfria è stata istituita con grandi prospettive. I suoi residenti volevano uscire dall’isolamento e valorizzare un’area che punta sull’attrazione turistica.
Oggi Manfria è un’area abbandonata a se stessa, senza un futuro. Vi vivono stabilmente meno di 200 famiglie, che rischiano di ridursi di giorno in giorno. E il comitato che da anni si batte per ottenere più servizi, oggi denuncia il rischio di gettare la spugna. “Molte famiglie dovranno abbandonare la frazione – dice Maurizio Cirignotta – perché non in regola con le norme urbanistiche, condizione che li pone in svantaggio verso l’amministrazione comunale che con regolamento del 14 luglio 2011, ha voluto aumentare le tariffe del 170% e tagliare ogni fornitura di acqua con le autobotti agli indigenti”. I residenti hanno firmato una liberatoria per consentire di realizzare la condotta idrica.
“La dichiarazione capestro che viene fatta firmare dall’assessorato Ecologia ed Ambiente non lascia scampo – continua Cirignotta – Una contraddizione tutta Gelese che come al solito parla bene ma razzola male. Il recente referendum, infatti, non tange le menti degli stessi organizzatori della politica di sinistra locale che dopo avere sbandierato l’acqua come bene comune, tagliano in toto il servizio alla gente. La condizione di residenti ,infatti, già concessa da tempo ,ai malcapitati abitanti di Manfria, non ha presupposto la creazione di servizi quali la rete idrica e fognaria. Il comitato in tal senso ha presentato una piccola petizione all’indirizzo del sindaco e del prefetto onde sensibilizzare gli stessi sulla problematica e far capire che l’acqua non è una merce di scambio ma un bene comune sancito a livello mondiale”.