Gela. Tre anni e sei mesi di reclusione. La decisione nei confronti dell’operaio Emilio Recca è stata emessa dal collegio penale del tribunale, a conclusione del dibattimento. Sono state confermate le contestazioni legate ai maltrattamenti e all’induzione alla prostituzione, che gli venivano mosse dalla procura. La richiesta iniziale era ancora più pesante, sei anni. L’assoluzione è stata pronunciata dall’addebito di violenza sessuale. Vittima, secondo gli inquirenti, fu l’ex compagna, costituita parte civile nel procedimento. Le è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. Per gli inquirenti, l’imputato avrebbe sottoposto a violenze l’ex, introducendola in un giro di prostituzione. È stato assolto l’altro coinvolto, Rosario Tumino, rappresentato dal legale Francesco Garofalo.
I capi di accusa più pesanti gravavano comunque su Recca, che ha sempre escluso la ricostruzione dell’accusa. La difesa, sostenuta dal legale Davide Limoncello, ha fornito una versione differente da quella alla base dell’indagine. È stato sottolineato il ruolo della donna, che per il difensore dell’accusato avrebbe portato avanti scelte volontarie anche rispetto alla prostituzione, senza essere vessata. Una ricostruzione alternativa che ha convinto solo in parte il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore. Le motivazioni saranno depositate nel termine di novanta giorni.