Gela. Due anni di reclusione per maltrattamenti e minacce, a danno della consorte e dei figli. Il giudice Miriam D’Amore ha emesso il dispositivo a conclusione del dibattimento di primo grado. La decisione è stata pronunciata per la posizione dell’ambulante quarantaseienne Davide Ascia. È stato invece assolto dall’accusa di estorsione, legata ad una presunta pressione sulla consorte per farsi consegnare l’automobile. Il pm Pamela Cellura ha ritenuto fondate le contestazioni e ha concluso proprio per la condanna, al pari del legale di parte civile (nell’interesse delle vittime), il legale Giovanni Cannizzaro.
La difesa dell’imputato, che ha diversi precedenti penali alle spalle, ha invece messo in dubbio la sussistenza delle condizioni per contestare i capi di accusa. È rappresentato dal legale Rosario Prudenti. Non ci sarebbero state, secondo questa linea, condotte tali da giustificare l’imputazione. L’ambulante ha escluso metodi violenti. Fu la consorte a dare le prime indicazioni, utili agli investigatori per avviare gli accertamenti.