Gela. Le accuse che gli venivano mosse dai pm dell’antimafia caddero del tutto. L’operaio Emanuele Caltagirone non ebbe mai collegamenti o rapporti personali con esponenti della criminalità organizzata. Diversi anni fa, fu coinvolto nell’inchiesta “Compendium”, ma venne del tutto scagionato. Chiede di essere risarcito per il periodo di ingiusta detenzione subito. I giudici della Corte d’appello respinsero la prima richiesta, ma il difensore dell’operaio, l’avvocato Carmelo Tuccio, si è rivolto alla Cassazione, che ha detto sì al ricorso. Dovrà essere un’altra sezione della Corte d’appello di Caltanissetta a valutare la richiesta avanzata. L’udienza è stata fissata per la prossima settimana.
Il legale dell’operaio chiede che gli venga riconosciuto un indennizzo, a titolo risarcitorio, per cinque mesi di detenzione subita, in carcere, nonostante fosse del tutto estraneo a dinamiche criminali. Caltagirone spiegò subito di non aver mai avuto contatti con esponenti mafiosi, avendo sempre lavorato, come elettricista, anche fuori dalla Sicilia.