Maggioranza, Di Stefano scruta i dem: Orlando lancia segnali in consiglio e vuole la verifica di fine anno
Ora, il capogruppo, in serata giunto in ritardo in consiglio (ormai concluso) e assente al “conviviale” di ieri, esprime la posizione di quella parte del gruppo dem (non si sa bene di quale entità) che vorrebbe una rivisitazione degli equilibri interni
Gela. In serata, probabilmente qualche segnale già è arrivato, con il numero legale in consiglio comunale che non si è raggiunto. Dodici presenti e il capogruppo dem Gaetano Orlando, arrivato in aula giusto poco dopo lo scioglimento dell'assise civica che avrebbe dovuto valutare diversi atti, compresi quelli sugli immobili abusivi. I dem, solo ieri sera, hanno incontrato, per un'occasione conviviale, il sindaco Terenziano Di Stefano. Non è stata chiaramente un'analisi politica. I tempi della verifica interna nella maggioranza e nella coalizione non sembrano maturi. Di Stefano vuole proseguire con la squadra attuale nel governo della città. Aprirebbe a una verifica solo davanti a una richiesta ufficiale di una segreteria di partito. I dem, così come abbiamo riportato, non pare vogliano innestare l'acceleratore ma Orlando non sembra della stessa idea. Ancora una volta torna a ribadire l'esigenza di una verifica, ai fini di una rappresentanza che per i democratici, allo stato, non equivale ai risultati elettorali. Orlando, già in tempi non sospetti, aveva sollevato la questione e l'approvazione del bilancio poteva essere il momento più adatto per un maggiore vaglio interno, almeno secondo la sua personale posizione. Ora, il capogruppo, in serata giunto in ritardo in consiglio e assente al “conviviale” di ieri, esprime la posizione di quella parte del gruppo dem (non si sa bene di quale entità) che vorrebbe una rivisitazione degli equilibri interni. Chiaramente, se il sindaco Di Stefano dovesse trovarsi davanti a un'iniziativa ufficiale, aprendo alla verifica metterebbe sul tavolo tutti gli accordi. Non vuole intoppi politici né contese di fine anno. Probabilmente, pure i dem dovranno darsi una linea univoca, onde evitare paradossi politici o fughe in avanti.
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