Gela. Le nomine dei due assessori dem, Giuseppe Fava e Peppe Di Cristina, hanno sicuramente rafforzato la rappresentanza del partito in giunta ma al contempo stanno facendo maturare più di qualche riserva interna. A simboleggiare un certo dissenso è il capogruppo del partito in consiglio comunale Gaetano Orlando. Negli ultimi giorni, ha iniziato a segnalare, sui social, situazioni di degrado urbano proprio mentre il suo compagno di partito Fava ha avviato il suo lavoro negli uffici del settore ambiente, che coordina pure il capitolo del servizio rifiuti. Ieri, inoltre, Orlando ha lasciato l’aula prima che si iniziasse a trattare la mozione del civico Giorrannello, sempre in tema di decoro urbano e mentre il neo assessore Fava si diceva disponibile agli interventi richiesti. L’uscita di Orlando così come l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione non hanno permesso di portare avanti la discussione, con chiare recriminazioni di Giorrannello. Il capogruppo dem non era presente in aula neanche questa sera, quando si è trattato di affrontare variazioni di bilancio e debiti. “Orlando? Da quello che mi risulta le segnalazioni per denunciare le condizioni del decoro urbano in alcune zone della città le faceva già prima dell’avvento dell’assesosre Fava – dice il commissario del Pd Giuseppe Arancio che ha appena lasciato la giunta – è un suo dovere ed è giusto che pretenda un servizio adeguato da Impianti Srr. Poi, c’è chi costruisce su queste cose, cercando di far emergere delle diffidenze nel partito. I due assessori sono stati scelti a maggioranza, con voto sia del gruppo consiliare sia della struttura commissariale. Siamo un partito plurale. Può accadere che non si sia d’accordo ma poi c’è stato il voto”.
Arancio esclude che i due nuovi innesti in giunta possano trovare un muro di incomprensione politica nel gruppo consiliare. “Non mi pare – conclude – c’è stato un voto preciso in un partito che non è padronale”. Prima della seduta serale, con debiti fuori bilancio e variazioni, la maggioranza si è riunita per avere una linea comune. Un confronto ancora più impellente dopo le uscite non programmate di ieri sera, quando è venuto a mancare il numero legale sulla mozione del civico Giorrannello. Decisive sono state le assenze tra le fila dei distefaniani.