Milano. Un anno fa, la vasta inchiesta “Hydra” portò gli investigatori lombardi ad eseguire undici arresti. La Dda milanese, in origine, ne chiese oltre cento ma il gip non individuò i presupposti dell’associazione mafiosa. A fine ottobre, intanto, nove arrestati hanno lasciato il carcere, per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare. Tra questi, il gelese Dario Nicastro, ritenuto legato al gruppo di mafia, tra i pezzi di un’alleanza che per i pm avrebbe messo insieme esponenti di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra, attivi in Lombardia. In queste settimane, il tribunale del riesame di Milano sta rilasciando diverse decisioni sui ricorsi proposti dalla Dda, che ha contestato il mancato riconoscimento dell’associazione mafiosa da parte del gip. Ci sono primi verdetti nel senso indicato dai pm ma anche rigetti. Le scarcerazioni arrivano poiché la procura non ha osservato i termini dettati per la richiesta di giudizio immediato, avanzata ma oltre il limite temporale fissato. Insieme a Nicastro, lasciano il carcere Gioacchino Amico, Francesco Bellusci, Giacomo Cristello, Giuseppe Fiore, Pietro Mazzotta, Massimo Rosi, Sergio Sanseverino e Giuseppe Sorce.
Avranno l’obbligo di presentazione e il divieto di dimorare a Milano e a Varese. Negli scorsi mesi, altri due gelesi avevano ottenuto provvedimenti di scarcerazione. Si tratta di Francesco Nicastro e Rosario Bonvissuto. A loro volta, al pari di Dario Nicastro, risiedono stabilmente in Lombardia. Per gli investigatori, avrebbero rappresentato gli interessi dei clan gelesi, presenti in quella zona.