Gela. Non un modello da esportare ma un “circo equestre”. I cuffariani della Dc si confermano tra i più fermi oppositori della giunta Di Stefano. Non solo la questione dell’aumento dell’indennità, al centro delle valutazioni del gruppo ci sono ragioni più strettamente politiche. L’affondo principale è per i grillini del Movimento cinquestelle che hanno fatto della lotta agli sprechi della politica un vero cavallo di battaglia, nel corso del tempo. “In merito all’aumento delle indennità, la questione è semplice, noi della Dc esprimiamo netto dissenso perché la riteniamo politicamente ed eticamente inopportuna. A meravigliarci – spiegano il commissario Licata e il gruppo consiliare con Guastella e Irti – non è tanto il sindaco Di Stefano perché privo di ideologie politiche. A meravigliarci sono invece quei partiti e movimenti, come i cinquestele, che del taglio dell’indennità e del numero dei parlamentari ne hanno fatto la loro bandiera e ci hanno costruito tutte le campagne elettorali, fortemente populiste”. Una parte della maggioranza, per i riferimenti della Dc, non andrebbe nella stessa direzione del sindaco. “La verità è semplice ed è inutile girarci attorno – aggiungono – questa maggioranza con questa scelta conferma di avere le idee confuse e di non avere un’identità ben precisa in quanto ne fanno parte formazioni differenti e distanti sul piano ideologico e culturale. Molte delle proposte avanzate dallo stesso sindaco circa l’ingresso in giunta di alcuni esponenti non si sono concretizzate, a riprova che manca un’unità di intenti”. L’avvento di “Sud chiama Nord” in amministrazione, con l’adesione dell’assessore Franzone e del suo gruppo, secondo i cuffariani rafforza le incoerenze, visto quanto sta accadendo a livello regionale nei rapporti tra il deputato Cateno De Luca e il vicepresidente Ars, il grillino Nuccio Di Paola.
“A rendere ancora più drammatico il quadro e sotto certi aspetti a porlo come grottesco, ci ha pensato l’assessore Franzone che ha deciso di mettersi sotto le ali di Cateno De Luca. Non si è reso conto, in questo modo – dicono inoltre – di venir meno ai principi enunciati durante la campagna elettorale. Senza considerare poi che proprio pochi giorni fa Cateno De Luca con una lettera pubblica indirizzata all’onorevole Di Paola, lo ha descritto con un “quoziente politico intellettivo rimasto quello dei cartoni animati”. Per De Luca, potrebbe essere imposto come candidato solo in virtù “della sua babbitudine”. Come possono coesistere nella stessa maggioranza Lombardo, Di Paola e De Luca? Rimane un mistero”. I cuffariani, che sono stati baricentro dell’alleanza sconfitta dalla coalizione di Di Stefano, hanno alzato il livello della critica politica, non riconoscendo il “modello Gela”, alimentato invece dai progressisti e da Di Paola.