"Lupo all'Mpa? Situazioni che andrebbero gestite diversamente", Di Stefano: "Non mi costringano a ragionare solo sui numeri"
Il sindaco cercherà di evitare il “fuoco amico” ma arriverà il momento di mettere sul tavolo le “interferenze” che nel “modello Gela” hanno, a tratti, aperto falle politiche rilevanti

Gela. Politicamente, non è un semplice passaggio da un gruppo consiliare a un altro. La scelta oggi ufficializzata dal consigliere Lucia Lupo, che lascia i cinquestelle per aderire all'Mpa, si fa sentire negli equilibri del “modello Gela”. Lupo, alla sua prima esperienza all'assise civica, non ha sollevato polveroni ma ha fatto intendere che non si rivedeva nella direzione intrapresa, su alcuni temi, proprio dai pentastellati. Va tra le file dell'Mpa, seguendo soprattutto il feeling istituzionale piuttosto conclamato con l'assessore lombardiano Valeria Caci. Il parlamentare Ars Nuccio Di Paola, che giusto un anno fa mise la firma sulla strategia per aprire la lista M5s alla società civile, a partire dalla stessa Lupo, ha spiegato chiaramente che la mossa autonomista va in controtendenza rispetto ai “doveri” nei rapporti tra alleati. Quello degli autonomisti, in maniera piuttosto figurata, per il vicepresidente Ars è stato un colpo basso, probabilmente atteso ma non con queste modalità. Il sindaco Di Stefano non è affatto immune agli effetti collaterali che il cambio in corsa potrà determinare. “Sono dispiaciuto, sicuramente – sottolinea – sono situazioni che andrebbero gestite diversamente da tutti. Se all'interno di un gruppo c'è chi esprime dubbi o manifesta malumori, anzitutto dovrebbe confrontarsi e cercare di arrivare a una soluzione. Solo se non si riesce a risolvere, si lascia. Dall'altra parte, se il gruppo individua delle difficoltà, dovrebbe fare di tutto per affrontarle e risolverle. Capita, spesso, che c'è pure chi guarda dalla finestra, sempre molto interessato”. Di Stefano, in una fase contraddistinta da ogni sforzo utile per il bilancio stabilmente riequilibrato, a più riprese ha ricordato ai suoi che la precedenza deve andare ai capitoli amministrativi e non ai posizionamenti politici. Ancora una volta, dopo le tensioni interne delle scorse settimane, la politica bussa alla sua porta. “Sono situazioni che causano scossoni – aggiunge Di Stefano – incideranno sulla mia azione. Un anno fa, al ballottaggio, scelsi di non finalizzare apparentamenti, soprattutto per assicurare gran parte dei candidati, che si era spesa dando anima e cuore. Se non avessi percorso quella strada almeno il settanta per cento degli attuali consiglieri di maggioranza non ce l'avrebbe fatta. Mi sono assunto il rischio di perdere al ballottaggio, pur di dare seguito al percorso di un gruppo che aveva lavorato unito, come una famiglia”. L'Mpa che si rafforza con il consigliere Lupo e le evidenti rimostranze, per ora solo sottaciute ma non troppo, dei cinquestelle, minano il clima di convergenza interna che Di Stefano vorrebbe quasi blindare. Proprio per evitare che la politica prendesse il sopravvento, all'indomani delle provinciali, nonostante la collocazione dell'Mpa, il sindaco ha lasciato tutto immutato, senza ritornare sul posizionamento dei lombardiani, che con il sostegno a Tesauro hanno praticamente affossato la sua candidatura. “Questo è un momento molto importante per la città – conclude Di Stefano – ripeto, sono situazioni che andrebbero gestite meglio, da tutte le parti. Spero che non ci siano conseguenze ulteriori. Io sono sereno. Però, sono vicende che potrebbero convincermi a iniziare ragionamenti solo numerici nel governo della città e non solo. In questo caso, non ci sarebbe più alcuna tutela per nessuno”. Il sindaco cercherà di evitare il “fuoco amico” ma arriverà il momento di mettere sul tavolo le “interferenze” che nel “modello Gela” hanno, a tratti, aperto falle politiche rilevanti.