“ Eni, se vuoi andare via dovrai vedertela con me. Sarò l’ultimo Samurai”
Ve lo ricordate questo proclamo fatto con enfasi dal Presidente della Regione nel luglio 2014 esattamente 4 mesi prima che venisse siglato il protocollo d’intesa? Parliamone .
Le cose sono andate diversamente e non c’è necessità alcuna che vi spieghi come perché ciò che sta succedendo in questi ultimi giorni è solo la punta dell’iceberg di uno scacco matto annunciato. Lo so che non tutti ci credevano, che ci speravano ma in una partita a scacchi le mosse sono difficili da prevedere specie se chi gioca è diventato, nel tempo, un bluffatore provetto che non sopporta altre regine all’infuori di lui.
Simuliamo una partita. Non gioco a scacchi quindi non me ne vogliano gli intenditori ma simulare una partita di “briscola in cinque” mi pare poco elegante sebbene la frase “ ti iucasti sutta na carta” presa in prestito dallo sfavillante mondo del dialetto siculo basterebbe a descrivere il quadro, ma se così fosse dovrei concludere qui l’articolo e invece io voglio arrivare fino in fondo “per il bene della città”, altra frase presa in prestito e abusata dai più, dai salvatori della patria (bontà loro!).
Da una parte il Presidente Crocetta, eccentrico certo ma, diciamocelo, ormai nudo (e non mi riferisco alla foto a Tusa in risposta a Vecchioni), vittima del suo stesso personaggio, l’uomo scalatore certosino e vorace della montagna dell’antimafia , il paladino della legalità (verrebbe da chiedersi quale), il rabdomante delle regole, l’uomo del popolo che prima di fare la scalata al potere lavorava proprio in raffineria salvo poi dimenticare le sue origini e aver pensato, forse, ultimamente “menomale che ora sono Presidente!”. Dall’altra i lavoratori (e a catena un’intera popolazione), tanti lavoratori, padri che hanno ascoltato quella frase pronunciata con la solita grazia da stadio a cui ci ha abituati negli anni, che hanno voluto sentirsi rassicurati (perché sono certa che una vocina diceva loro” non credergli ti stanno togliendo la dignità e tra non molto dovrai pagare la luce e tuo figlio vuole andare all’università e c’è pure il mutuo della casa), padri che hanno creduto alla parola “ bonifica”: bacchetta magica per un territorio che miete vittime dove i vivi sembrano morti che camminano sol perché la dea bendata non li ha ancora trovati, padri, zii, cugini fratelli, mariti tutti lavoratori che l’hanno sentita Presidente e che , tornando a casa, forse tirando un sospiro di sollievo ( ma stento a crederci!) avranno pensato e detto a cena alla moglie, alla figlia, alla madre “il Presidente ha detto che…”, il Presidente pensa che…” il Presidente è un GELESE” e a catena commercianti, ambulanti, ristoratori, liberi professionisti e ogni altra categoria di lavoratori la cui dea bendata non ha il viso della Sua dea che l’ha fatta diventare addirittura (!) Presidente (era bendata, appunto!).
Lo scacco matto quindi Presidente chi l’ha fatto? Lei a quei padri/lavoratori? a noi tutti? Certo, questo è innegabile ma vede , in questo caso del tutto eccezionalmente ( pensi, è riuscito anche a derogare la ferrea regola di un gioco sofisticato come questo) lo scacco matto l’ha fatto pure a quell’uomo di cui va tanto fiero (nessun altro se non sè stesso) quando dichiara addirittura di volersi ricandidare , proprio a quell’uomo del popolo gelese, lo stesso popolo che, me lo permetta, le ha fatto fare la scalata al potere, l’uomo che sembrava il rivoluzionario e a tratti un nostalgico rinascimentale che sedeva al comune prima da assessore alla cultura, poi addirittura da Sindaco per ben due mandati (poi europarlamentare), trascinatore della folla, empio di legalità illuminata, e che ora siede in quella bella poltrona elegante di Palazzo d’0rleans addirittura da Presidente della Regione. Chissàche risate eh Presidente pensando a tutta questa fatica di Ercole nel bluffare così, che poi, diciamocelo, pensandoci un po’ non siamo neanche troppo sorpresi nel vederci ridotti così, ce l’aspettavamo, in fondo non ci ha abituati a fare in modo che le credessimo ( ebbene certo lei abbia sfruttato il bisogno di quei padri e il terrore di perdere tutto e forse qualcuno le aveva creduto solo per questo), in fondo a lei piacciono i proclami, al punto tale che qualcuno si chiede com’è che non ha ancora scritto un libro intitolato” il moltiplicatore dei pani” ma sono certa che ci sta pensando.
Eppure Presidente stavolta ha proprio toppato, si è fatto scacco matto.
Eccentriche le sue scelte personali, di pirandelliana memoria, memorabili le sue battaglie gridate a gran voce sul porto, sull’acqua (salvo poi accorgersi che non abbiamo né l’acqua né un porto) scelte nelle quali non entrerò, però Presidente, del suo orifizio nulla ci importa di fronte a fatti così gravi e preoccupanti, se proprio vuole impallidire: sbianchi di fronte a questa moltitudine di gelesi che sta esalando l’ultimo respiro, lo faccia di fronte a quei padri che le hanno creduto, che non vogliono poltrone ma lavoro, che hanno creduto alla storia delle bonifiche salvo poi pensare che fossero fantasmi inesistenti, si muova Presidente ma perfavore stavolta non parli, FACCIA, abbia un minimo moto di coscienza, che ne sò un faccia a faccia con sè stesso e guardi cosa non ha fatto, poi, piuttosto che pensare alle prossime elezioni, piuttosto che definirsi , come ha fatto, il nuovo” rottamatore”, recuperi lucidità e rottami sè stesso. Ci sorprenda per una volta!
Perdonerà sé stesso quando, finito il clamore, la realtà le presenterà l’amaro conto?
Evita Lorefice