Gela. Dopo l’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip del tribunale di Como che avrebbe dovuto sentirlo per rogatoria. Il cinquantatreenne Angelo Bruno Greco è accusato dell’omicidio dell’allora cinquantenne Giuseppe Failla, ammazzato all’interno del suo bar nel centro storico. L’agguato mortale venne messo a segno trentuno anni fa e per i pm della Dda di Caltanissetta ad agire furono lo stesso Greco e Cataldo Terminio, su ordine dei vertici provinciali di cosa nostra. Da quanto ricostruito, Failla veniva ritenuto vicino al gruppo degli stiddari. I legali di Greco, gli avvocati Francesco Enia e Sergio Iacona, hanno deciso di rivolgersi ai giudici del riesame di Caltanissetta. Il ricorso è stato depositato e ai magistrati nisseni chiederanno di rivedere i provvedimenti emessi nei confronti dell’indagato.
Ad indirizzare gli inquirenti, dopo decenni di silenzio sulla fine di Failla, sarebbero stati alcuni collaboratori di giustizia. Greco è stato fermato a Lipomo, dove si era stabilito insieme alla famiglia e poi è stato trasferito nel carcere di Como. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros.