Gela. Scelse di collaborare con la giustizia e per questa ragione, insieme alla sua famiglia, fu trasferito in una località segreta, lasciando libero
l’alloggio popolare occupato ad Albani Roccella.
I controlli negli alloggi popolari di Albani Roccella. L’abitazione di un trentacinquenne, con un passato nella stidda, sarebbe stato nuovamente occupato dopo pochi giorni. Le accuse vengono mosse nei confronti di una donna, finita a processo davanti al giudice Antonio Fiorenza. E’ ritenuta responsabile dell’occupazione abusiva di quell’abitazione, lasciata libera dopo la partenza della famiglia del trentacinquenne, intanto deciso a collaborare con i magistrati. Un’accusa, però, respinta dalla donna e dal suo legale di fiducia, l’avvocato Concetta Di Stefano. Furono gli agenti di polizia municipale ad individuare all’interno dell’appartamento l’imputata priva di qualsiasi provvedimento d’assegnazione. La conferma è arrivata da un’agente di polizia municipale, sentita nel corso del dibattimento. La donna finita a giudizio, però, ha sempre sostenuto di essere stata autorizzata dalla famiglia del collaboratore di giustizia ad utilizzare l’appartamento.