Gela. A fine gennaio, insieme ai pm della procura e ai poliziotti del commissariato, si è recato davanti al bar “Lory” di Caposoprano per ricostruire la dinamica dell’incendio che ha danneggiato la saracinesca dell’attività commerciale. I danni sono stati contenuti soprattutto grazie all’intervento dei vigilantes privati. Dopo l’esperimento giudiziale (necessario a valutare alcuni aspetti tecnici dell’identificazione), il trentasettenne Giovanni Botta, ritenuto responsabile del rogo e al quale viene contestata anche la tentata estorsione ai danni dei titolari dell’attività, si è rivolto ai giudici della Corte di Cassazione. Il prossimo mese verrà valutato il ricorso presentato dal legale di fiducia, l’avvocato Filippo Spina. L’indagato è attualmente agli arresti domiciliari, monitorato con il braccialetto elettronico. I giudici del riesame di Caltanissetta hanno revocato la custodia cautelare in carcere inizialmente impostagli. Il trentasettenne ha sempre negato di essere l’uomo ripreso dai sistemi di videosorveglianza della zona.
La difesa mette in dubbio le conclusioni alle quali sono giunte gli inquirenti. Verrà chiesta ai giudici di Cassazione una nuova pronuncia che possa incidere sulla misura cautelare al momento impostagli. Un ricorso presentato in attesa che i pm della procura chiudano le indagini, avanzando le loro richieste.