L’indagine “Golden boys”…la Mercedes e i raid di notte: “Si incontravano per i colpi”

 
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Gela. I furti venivano organizzati e messi a segno soprattutto di notte. “Si muovevano a bordo di una Mercedes classe A”, ha spiegato uno dei carabinieri che partecipò all’indagine “Golden boys”. Dietro ai tanti colpi, ci sarebbe stata una banda di giovanissimi, che poi cercava di ripiazzare la refurtiva, anche attraverso i centro compro oro. “In un caso – ha spiegato l’investigatore – avevano individuato la persona da colpire, nella zona di viale Mediterraneo. Si incontrarono di notte, per poi entrare in azione alle prime luci del mattino. Il colpo, però, fallì. La vittima si mise ad urlare e dovettero fuggire”. Nel filone processuale arrivato davanti al collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni, imputati sono Roberto Asmetto, Francesco Caci, Catalin Toma ed Eugenio Sollami.

I furti. “Li seguivamo attraverso un sistema gps e con le intercettazioni – ha continuato il testimone – Asmetto era sopranominato “senatore” mentre Toma era “catalino””. In aula, è stato chiamato a testimoniare uno dei giovani che venne arrestato a conclusione dell’inchiesta. Ha però scelto di non rispondere alle domande. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Davide Limoncello, Francesco Bellino, Giovanni Bellino, Stefania Valente e Giuseppe Smecca.

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