Gela. Denunciò il furto della targa della propria automobile ma non per coprire l’incidente nel quale la vettura era stata coinvolta, solo poche ore prima. E’ caduta l’accusa di simulazione di reato mossa ad una donna, finita a processo. L’assoluzione è stata emessa dal giudice Eva Nicastro, a conclusione del dibattimento. L’imputata, difesa dal legale Salvo Macrì, si era rivolta al commissariato di polizia, dato che aveva trovato la sua auto senza targa. La stessa targa, però, poche ore prima, era stata già ritrovata in un tratto di strada dove si era verificato un incidente stradale. Gli inquirenti ritennero che la vettura avesse causato lo scontro e la donna volesse coprire quanto accaduto denunciando un possibile furto. Nel corso dell’istruttoria, però, proprio alle battute finali, il giovane che era alla guida di una delle auto coinvolte in quel sinistro ha confermato che la vettura della donna era presente ma condotta da una giovane, “di circa trent’anni”, ha spiegato. Indicazioni che non corrispondono invece all’età della donna accusata.
Non è da escludere che alla guida, in quei frangenti, potesse esserci la figlia, che poi non informò la madre di quanto accaduto, portandola a denunciare il presunto furto della targa. Come confermato dalla difesa, con quella denuncia non ci fu l’intenzione di coprire altre vicende. Elementi che hanno portato all’assoluzione.