Catania. Chiuse le indagini e i pm della procura di Catania hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato per tutti i coinvolti nell’inchiesta che ha consentito di individuare presunte irregolarità nella gestione di strutture per migranti e comunità dove venivano assistiti anziani e disabili mentali. Un presunto sistema di frodi e irregolarità per l’accesso ai fondi ministeriali e di altri enti pubblici che ha riguardato le società dell’imprenditore sessantaduenne Pietro Biondi. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale etneo ha disposto il giudizio immediato anche per la gelese quarantaduenne Gemma Iapichello, referente di Biondi in città, e ancora per Eugenia Hatarzyna Chylewska, Clara Favatella, Giuseppe Foti, Alessandro Giannone, Giuseppe Palumbo, Liliana Pasqualino, Francesca Politi e Francesca Ventimiglia. Si tratta del filone catanese dell’inchiesta ribattezzato “Blonds”. Il giudizio è stato fissato per maggio.
Gli approfondimenti investigativi però sono stati estesi anche alla struttura di “Villa Daniela” a Manfria, altro centro per migranti portato avanti dalle società di Biondi, che in città in passato ha ottenuto appalti pubblici per conto del Comune. In questo caso, sono stati i pm della procura e i poliziotti del commissariato a fare luce sulle presunte irregolarità. Gli ospiti avrebbero ottenuto un trattamento ai limiti, con cibo avariato, indumenti non adeguati e carenze strutturali di ogni tipo. Le cooperative avrebbero ottenuto ugualmente i contribuiti ma, secondo le accuse, i soldi sarebbero serviti solo ai patrimoni personali di Biondi. Il filone condotto dagli investigatori locali è stato invece ribattezzato “Balla con i lupi” e ha interessato anche la filiera dei controlli svolti dagli enti preposti. Dopo la detenzione in carcere, sia l’imprenditore che Gemma Iapichello hanno ottenuto i domiciliari (sono difesi dagli avvocati Maria Licata, Flavio Sinatra e Angelo Palermo).