Gela. Lascia il carcere e viene trasferito agli arresti domiciliari. Il cinquantaquattrenne Orazio Pellegrino è accusato di essere uno dei componenti di un vasto gruppo attivo nel traffico di reperti archeologici, trafugati in diveserse aree di scavo, anche in città. E’ stata accolta la richiesta del difensore, l’avvocato Davide Limoncello. Pellegrino, insieme ad altri diciotto coinvolti nell’indagine “Demetra”, ha già ricevuto un provvedimento di giudizio immediato. I pm della procura di Caltanissetta e i carabinieri ritengono che il gruppo avesse collegamenti con importanti mercanti d’arte esteri.
Farebbe parte del nucleo di gelesi composto anche da Giuseppe Cassarà (58 anni), Simone Di Simone (46 anni), Rocco Mondello (61 anni). Il giudizio immediato è stato chiesto inoltre nei confronti di William Thomas Veres e a Matteo Bello, Angelo Chiantia, Luigi Grifasi, Francesco Giordano, Luigi Lacroce, Francesco Lucerna, Giovanni Lucerna, Maria Debora Lucerna, Calogero Ninotta, Salvatore Pappalardo, Gaetano Patermo, Gaetano Romano, Luigi Signorello e Palmino Signorello. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Davide Limoncello, Ivan Bellanti, Angelo Cafà, Paolo Di Caro, Ignazio Valenza, Dario Giambarrasi, Walter Tesauro, Salvatore Manganello, Vincenzo Vitello, Alfio Lenza, Simone Iofrida, Giampiero Russo e Alfonso Russo.