Gela. Cade anche l’ultima delle misure cautelari imposte al trentottenne Giovanni Botta, per i pm della procura sospettato di aver appiccato il fuoco al bar “Lory” di Caposoprano. I giudici del riesame di Caltanissetta gli hanno revocato l’obbligo di firma, di recente impostogli dopo che era stato sottoposto ai domiciliari. Il difensore, l’avvocato Filippo Spina, ha escluso la sussistenza dei presupposti investigativi che possano ancora giustificare la misura. Nelle scorse settimane, il perito scelto dai pm dopo l’esperimento giudiziale ha escluso che possa esserci corrispondenza fisica tra l’uomo ripreso dai sistemi di videosorveglianza della zona del bar e lo stesso Botta. Non sarebbe lui quello individuato con le videoriprese mentre appicca il rogo. La relazione tecnica è stata utilizzata dalla difesa proprio per chiedere la revoca delle misure cautelari. Inizialmente, Botta era stato arrestato e trasferito in carcere, con l’accusa di aver appiccato le fiamme. Per gli investigatori avrebbe anche sottoposto ad estorsione i titolari dell’attività commerciale. In fase di riesame, però, la detenzione in carcere è stata sostituita con quella ai domiciliari. Il contenuto favorevole della perizia tecnica ha poi indotto il gip a disporre il solo obbligo di firma.
Già nel corso dell’interrogatorio di garanzia, aveva negato tutto, ribadendo di non essersi mai recato davanti all’ingresso dell’esercizio commerciale per danneggiarlo. Gli unici rapporti che avrebbe avuto con i titolari sarebbero stati di tipo lavorativo. La difesa ha proposto una ricostruzione che smentisce le accuse, inducendo il riesame a far venire meno anche l’ultima misura.