Gela. I pm della Dda di Caltanissetta sono certi che i coinvolti nell’inchiesta antimafia “Mutata arma” fossero a disposizione del gruppo dei Rinzivillo, sia per le armi che per la droga. Così, arrivano pesanti richieste di condanna, avanzate davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta nel corso del giudizio abbreviato. Dodici anni di reclusione sono stati indicati per Maich Vella, undici anni e quattro mesi per Davide Faraci, dieci anni e otto mesi per Graziano Vella, dieci anni per Salvatore Graziano Biundo, sei anni per Carmelo Vella, due anni e otto mesi a Davide Pardo (in continuazione con una precedente sentenza di condanna) e un anno per Andrea Tomaselli. Altri presunti complici, a loro volta coinvolti nell’inchiesta, sono già stati rinviati a giudizio. Nel corso dell’indagine, coordinata dai pm della Dda di Caltanissetta, ed eseguita dai poliziotti della mobile nissena e da quelli del commissariato di Gela, venne scoperto un possibile laboratorio artigianale per la modifica delle armi. Gli imputati sono stati seguiti per mesi e gli incontri ripresi anche su supporti video. Le armi venivano poi testate in una sorta di improvvisato poligono, tra le campagne della città.
Dopo le richieste dei pm della Dda, toccherà ai difensori replicare. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giuseppe Fiorenza, Cristina Alfieri e Ignazio Raniolo. Subito dopo il blitz, molti degli accusati hanno cercato di respingere le accuse, escludendo collegamenti con la criminalità organizzata.