Gela. “Le armi le ho trovate in campagna non erano mie, so di aver sbagliato e me ne scuso”. Il cinquantaduenne Carmelo Vella, arrestato venerdì dagli agenti di polizia mentre era in possesso di una pistola semiautomatica calibro 7,65, è stato sentito dal giudice Domenico, chiamato a decidere l’eventuale convalida del fermo.
Il magistrato ha revocato la detenzione nel carcere di Balate ed ha imposto a Vella gli arresti nella sua abitazione. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Fiorenza, ha ammesso l’intenzione di voler provare la pistola: per questa ragione, avrebbe voluto recarsi in un’area rurale per utilizzarla.
Sono stati gli agenti di polizia, però, a fermarlo. Durante la successiva perquisizione nell’abitazione di famiglia, gli investigatori hanno ritrovato una carabina, un silenziatore artigianale di grosse dimensioni, dieci cartucce di vario calibro, un machete, una roncola, alcune barre in acciaio e numerose molle utilizzate per la lavorazione delle armi.
Le armi erano nascoste su un terrazzo.
Nonostante la richiesta giunta dalla pubblica accusa, che chiedeva la conferma della reclusione in carcere: il giudice Domenico Stilo ha scelto d’imporre i domiciliari.