Le armi, gli spari e lo spaccio di droga: davanti al gup i Nastasi e gli altri coinvolti
Un contesto, quello ricostruito dagli investigatori, che ha consentito di risalire anche a un giro di droga. Viene indicata l'aggravante mafiosa
Gela. Gli spari, tre anni fa, dopo un alterco in un lido sul lungomare. Per i pm della Dda di Caltanissetta e per i poliziotti, Enrico Nastasi e il figlio Orazio Nastasi volevano uccidere il ventiseienne Davide Raniolo, rimasto ferito da colpi di arma da fuoco. A entrambi viene contestato il tentato omicidio. Dopo la chiusura delle indagini, a dicembre è prevista l'udienza preliminare, davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Anche Raniolo è tra gli imputati perché, a sua volta, avrebbe avuto a disposizione un'arma, spalleggiato da Maikol Vella. I magistrati della Dda indicano per tutti l'aggravante mafiosa. Un contesto, quello ricostruito dagli investigatori, che ha consentito di risalire a un giro di droga, che sarebbe stato controllato dai Nastasi, principalmente attraverso Giovanni Nastasi, altro figlio di Enrico Nastasi e fratello di Orazio Nastasi. Tra gli imputati, Davide Sciandrello, accusato di aver preso parte all'acquisto di un ingente quantitativo di droga. I coinvolti nell'indagine sono difesi dagli avvocati Dionisio Nastasi, Giovanna Zappulla, Salvo Macrì e Gaspare Ragusa.
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