Gela. Dietro l’attentato incendiario subito dal vicesindaco Simone Siciliano c’è un mandante morale? L’opposizione politica alla giunta Messinese avrebbe “suggerito” l’azione di fuoco? Le parole del numero due dell’amministrazione comunale, pronunciate a poche ore dal rogo della sua vettura, hanno scosso la politica locale. Quasi nessuno ha accolto di buon grado lo sfogo di Siciliano, che è al centro da tempo di dure critiche, legate al suo operato amministrativo. In più occasioni, ne è stato chiesto il “licenziamento”. Il vicesindaco, fin dal suo insediamento, ha in mano dossier importanti ed è sempre al tavolo quando si tratta di investimenti, Eni e rifiuti. “L’atto subito dal vicesindaco è inaccettabile e barbaro – dice il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta – ma quanto da lui dichiarato è da respingere. Noi facciamo opposizione politica. Non si può far credere che l’incendio della sua vettura sia da collegare, in qualche modo, alla critica politica. Se qualcuno pensa che quanto accaduto possa essere utilizzato per svilire l’azione politica del consiglio comunale, ha sbagliato di grosso”. In più occasioni, Cirignotta ha contestato l’operato del vicesindaco e lo scontro politico è stato aspro. “Noi abbiamo sfiduciato questo vicesindaco perché riteniamo che non abbia garantito risultati – dice ancora – attribuirgli tutte quelle deleghe e renderlo praticamente onnipresente è stata una scelta politica sua e del sindaco Domenico Messinese. Le nostre critiche sono di merito e politiche. Dell’accordo di programma non si sa nulla, ad eccezione degli insufficienti dieci milioni di euro messi a disposizione dalla Regione e dal governo. I soldi delle compensazioni Eni non è ancora chiaro come verranno utilizzati. Il fronte rifiuti è sotto gli occhi di tutti, con enormi debiti fuori bilancio. Dove sono gli investimenti? Non consentiremo a nessuno di gettare discredito su una legittima azione di opposizione politica”.
“Le sue parole fanno star male”. Ma le parole del vicesindaco non trovano terreno fertile neanche in casa Pd. “Ho espresso la mia massima solidarietà al vicesindaco e alla sua famiglia – dice il segretario cittadino Peppe Di Cristina – ma, francamente, le sue parole mi fanno stare male. Io faccio politica e il mio partito, tre anni fa, è stato sconfitto alle amministrative. Noi abbiamo un dovere, quello di sostenere l’opposizione alla giunta. Ma non è ammissibile far credere che un atto incendiario, vile e turpe, possa essere suggerito dall’azione politica che portiamo avanti ogni giorno. Le parole del vicesindaco non le posso accettare”. Siciliano ha lanciato un chiaro messaggio, ritenendo che chi ha agito l’abbia fatto al culmine di un attacco nei confronti della sua azione amministrativa. Parole che, però, creano un solco enorme tra lui e gran parte dell’arco politico locale, che non ci sta a passare per mandante morale.