Gela. L’antimafia dei privilegi adesso è alla berlina. L’ex sindaco Rosario Crocetta e i suoi più fidati accoliti sono stati travolti da un’ondata giudiziaria che rischia di mettere definitivamente fine alla ventata di “legalità” che li ha portati a prendere, ad occupare, spazi di potere enormi. Crocetta e i suoi sono all’angolo, prima tagliati fuori da quella stessa politica che gli aveva steso i tappeti rossi, per poi metterli alla porta, e adesso quasi tramortiti da un’inchiesta, che proprio dalla “legalità” al contrario trae origine. Gli ultimi fili che legavano l’ex presidente alla città si erano già spezzati da tempo. Il paladino che sulle magliette faceva scrivere “io non pago” ha invece pagato a caro prezzo la sequela di promesse mai concretizzate e la sua evoluzione ad esteta dell’antimafia dei salotti buoni, magari quelli degli stessi imprenditori, oggi al centro delle verifiche dei magistrati.
Posti…occupati. La caduta di Crocetta trascina con sé un’intera corte dei miracoli, che l’ha seguito ovunque, accaparrandosi incarichi, posti di controllo, lauti compensi e benefit di qualsiasi tipo. Partiti dal municipio e dalle piazze della città, con in mano il vangelo della “legalità”, sono arrivati fino al parlamento europeo, a Palazzo d’Orleans e nei posti che contano. Hanno controllato aziende ed enti di ogni tipo, tutto dietro il benestare del capo, quello stesso Crocetta che ora deve difendersi da accuse pesanti, pesantissime. Campagne elettorali pagate con presunti fondi in nero, rapporti poco limpidi con pezzi pesanti dell’imprenditoria isolana e il vizio di sempre, piazzare i fedelissimi là dove c’erano spazi da occupare. Se ci siano profili di reato, saranno i magistrati a deciderlo. Crocetta, però, è finito nella polvere. L’animale politico da comizio, il sindaco dell’antimafia e della legalità, oggi si deve difendere e non è neanche la prima volta. Dalle denunce ai palazzi del potere, il passo è stato breve. L’ex sindaco, che in città gode di un favore pari quasi a zero, ha bruciato le tappe, si è incoronato sovrano di una corte spodestata. Ha cercato di mascherare i privilegi, facendoli passare ancora una volta per antimafia e odi alla legalità. I privilegi l’hanno affossato e la corona l’ha persa.
Hanno scoperto l’acqua calda, ovvero sono caduti dal pero, ovvero hanno sfondato una porta spalancata…
Infine: (cit. Justin Timberlake) “what goes around comes back around” ovvero “tutto torna indietro” ovvero “quello che semini raccoglierai”. “Poiché seminano vento, raccoglieranno tempesta” (Osea 8:7)
E poi ha il coraggio di parlare male dei pip da Giletti,. è della Sicilia.
Hai distrutto la Sicilia e la tua Gela VERGOGNA, potevamo essere il 3 comune della Sicilia dopo Catania e Palermo con gli investimenti giusti invece siamo tornati 60 anni indietro, BUFFONE E PAGLIACCIO
Il paladino dell’antimafia che ha detto mafiosi ai no muos di Niscemi che lottano per difendere la propria terra,(sacco di me……)