“L’acqua delle dighe non deve finire in mare”, Cascino: “Tagliare prezzi e destinarla ad agricoltori”

 
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Cascino ritiene che i prezzi dell'acqua destinata ai campi vadano ridotti

Gela. L’emergenza sta travolgendo tutti i settori produttivi. Quello agricolo, a livello locale, soffre già da decenni e la crisi causata dall’epidemia è un ostacolo ulteriore. Gli ultimi giorni di pioggia hanno assicurato acqua, che però dagli invasi artificiali viene scaricata in mare. Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Angelo Cascino ritiene che in una fase come quella attuale gli agricoltori non vadano lasciati soli. “I sindaci di Gela, Niscemi e Butera, insieme – dice – devono chiedere ai vertici del Consorzio di Bonifica di donare l’acqua che in queste ore finisce in mare, permettendo alle imprese agricole di riempire gli invasi privati. Il prezzo va ridotto del 70 per cento, andando incontro ad operatori che spesso sono allo stremo”.

L’acqua finisce in mare

Sullo stato strutturale delle dighe serve una svolta. Gli invasi Comunelli e Disueri non riescono a servire il territorio, creando enormi problemi a migliaia di aziende. “I sindaci attivino un tavolo tecnico che possa definire le priorità da avanzare alla Regione – aggiunge – senza interventi strutturali il sistema agricolo locale rischia seriamente il tracollo. “Gli invasi locali sono in totale abbandono – conclude –  la diga Comunelli a causa dei fondali pieni di fango è ridotta ad uno stagno. A Disueri i problemi strutturali consentono di operare a meno della metà della capienza”. Appelli che nel tempo si sono ripetuti e sarebbe ora di trovare una soluzione per il comparto che assicura più posti di lavoro in assoluto.

 

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