L’accusa di violenza sessuale a danno del figlio, il padre in assise: in aula si torna a giugno

 
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Gela. Un’eccezione preliminare avanzata dalle difese ha determinato la necessità di una modifica, ad integrazione, del capo di accusa, rispetto al periodo temporale dei fatti che vengono contestati. Questa mattina, davanti ai giudici della Corte d’assise di Caltanissetta, si sono presentate tutte le parti nel procedimento che vede muovere l’accusa pesante di violenza sessuale ad un appartenente delle forze dell’ordine. Per gli inquirenti, la vittima sarebbe il piccolo figlio. La competenza, a seguito di quanto indicato dal collegio penale del tribunale di Gela, è stata poi attribuita all’assise nissena, visto che il bambino aveva un’età inferiore ai dieci anni. Per gli inquirenti, il padre lo avrebbe costretto anche ad assistere a videochiamate di contenuto erotico. I legali di difesa, gli avvocati Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, hanno sollevato l’eccezione che alla fine è stata accolta dai giudici della Corte.

Il capo di imputazione va precisato ulteriormente per il periodo di riferimento. Le parti civili, che assistono i familiari del bambino, hanno contestato la richiesta. Tra i legali, ci sono gli avvocati Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni. In aula, si tornerà a giugno, per le prime attività dibattimentali.

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