Niscemi. L’attività investigativa si concentrò sul sito dell’ex discarica di contrada Pilacane, a Niscemi. Secondo i pm della procura gelese, negli anni, almeno fino al 2017, ci furono gravi irregolarità e omissioni che limitarono la messa in sicurezza, finalizzata alla bonifica. Davanti al gup del tribunale di Gela, le contestazioni più pesanti, compresa quella di disastro ambientale, erano concentrate sugli ex sindaci Giovanni Di Martino e Francesco La Rosa, sull’attuale primo cittadino Massimiliano Conti e sull’ingegnere Concetta Meli, dirigente comunale. Nei loro confronti è stata emessa una decisione di non luogo a procedere, “perché il fatto non sussiste”. Così si è pronunciato il giudice al termine dell’udienza preliminare. Stando all’esito delle verifiche tecniche nel sito, ci sarebbe stata la compromissione delle matrici suolo e acque sottostanti, con l’ipotesi di una potenziale contaminazione della falda. I tre sindaci e il dirigente, secondo gli inquirenti, avrebbero omesso gli interventi di messa in sicurezza e bonifica, non attuando il piano di sorveglianza e controllo. Ricostruzione che gli imputati e i difensori (tra gli altri gli avvocati Antonio Gagliano, Giuseppe D’Alessandro, Luigi Cinquerrui e Riccardo Incarbone), hanno escluso riportandosi ad attestazioni documentali e ribadendo che vennero attuate le misure richieste. Per gli investigatori, nel sito sarebbero stati stoccati rifiuti non consentiti e resti delle dotazioni degli impianti.
I legali hanno insistito sul rispetto dei parametri dettati dalle norme in materia e sull’assenza di inosservanze addebitabili ai sindaci e al dirigente. Il gup ha accolto le indicazioni difensive. Nell’indagine vennero coinvolti inoltre tre imprenditori, per il deposito di resti non consentiti nelle aree di pertinenza delle loro aziende, sempre nella stessa zona dell’ex discarica.