Gela. Al termine dell’istruttoria dibattimentale sono cadute le contestazioni che venivano mosse ai riferimenti di una nota società locale, che si occupa di soccorso stradale e autodemolizione. Sono stati assolti Roberto Scozzarini, Giampaolo Scozzarini e Saverio Scozzarini. L’ipotesi iniziale era di estorsione. Secondo la procura, avrebbero sistematicamente preteso che una dipendente restituisse una parte della retribuzione mensile. Se non l’avesse fatto, avrebbe perso il posto di lavoro. Il rapporto occupazionale durò per circa otto anni. La procura ha concluso per il riconoscimento della responsabilità degli imputati, chiedendo la condanna a tre anni e quattro mesi ciascuno, come indicato dal pm Pamela Cellura. Una linea che è stata condivisa dalla parte civile, nell’interesse dell’ex dipendente. Il legale Giacomo Di Fede ha infatti spiegato che le pretese ci furono, con l’imposizione di restituire una parte della retribuzione. E’ stato prodotto il riscontro di un bloc-notes, con cifre e sigle che per la parte civile avrebbero confermato la sistematica elargizione di una parte delle somme riconosciute alla dipendente, che poi denunciò i fatti. La difesa, sostenuta dal legale Flavio Sinatra, ha invece esposto una ricostruzione del tutto differente. Ha ritenuto che nelle conclusioni d’accusa ci fossero diverse contraddizioni. In azienda, insieme all’allora dipendente, lavorava anche il marito.
“L’estorsione solo a suo danno e invece niente per il marito? Sembra molto strano”, ha detto il legale. Secondo la difesa, invece, gli imputati avrebbero scoperto una presunta truffa a loro danno e avrebbero proceduto con misure estreme, compreso il licenziamento. Più volte è stato sottolineato che l’ex dipendente non impugnò il provvedimento che mise fine al rapporto lavorativo.