Gela. La discarica sulla Gela – Butera dove quotidianamente venivano smaltiti e interrati rifiuti inerti e scarti della lavorazione edile, dopo la nostra denuncia è finita inevitabilmente sotto i riflettori degli investigatori.
Ma quello che abbiano raccontato di quell’area è solo la punta di un iceberg di un problema per troppo tempo ignorato o sottovalutato che di fatto sta deturpando e inquinando il territorio in maniera irreversibile.
Che le nostre periferie e le nostre campagne fossero ormai trasformate in discariche a cielo aperto è un dato assodato ormai da tempo. Stradine isolate e trazzere di campagna sono prese d’assalto quotidianamente da incivili senza scrupoli che le utilizzano per scaricare la loro immondizia.
Ma esplorando le campagne salta all’occhio con una certa facilità che ad abbandonare i rifiuti non sono semplicemente cittadini indisciplinati che non vogliono fare la differenziata.
Enormi carichi di immondizia di ogni tipo viaggiano lungo strade e trazzere della nostra periferia e si spostano di contrada in contrada in un dedalo di sentieri difficili da trovare, per poi essere dati alle fiamme o sversati in cave e capannoni abusivi. I crimini ambientali sono in preoccupante estensione e danneggiano il territorio minacciando la salute dei cittadini.
E così le campagne si trasformano in una sorta di Terra di Mezzo per tutte quelle aziende, spesso in nero, che trovandosi nell’impossibilità di scaricare nei luoghi preposti perché privi dei documenti necessari per smaltire gli scarti di lavorazione in maniera regolare approfittano di questi lembi di terra per liberarsi dei rifiuti, certi ormai di una certa aura di impunibilità che deriva dalla mancanza di controlli e quindi di sanzioni.
E ogni discarica abusiva rappresenta un segnale piccolo o grande che esiste un servizio di raccolta “alternativo” all’interno dei comuni che per pochi euro eviterebbe ai cittadini il “fastidio” di fare regolarmente la differenziata.
Una filiera diffusa di smaltimento illecito dei rifiuti, strettamente legata alla black economy e anche alla criminalità organizzata su cui però sono puntati i riflettori della Procura, come conferma anche il Procuratore Capo della Procura di Gela Lucia Musti.
“Quella dell’abbandono illecito dei rifiuti è una vera e propria piaga di cui ho preso atto sin dal mio arrivo in città – dice la Procuratrice – le discariche sono diffuse e non è certamente facile affrontare questo problema. Ciò che è certo è che, al momento sono diversi gli interventi delle Forze dell’ordine, dai Carabinieri del Noe, al nucleo ambientale della Capitaneria di Porto, passando per la Guardia di Finanza. Noi sul territorio ci siamo e continueremo ad esserci, pur consapevoli che questo è uno dei problemi più annosi di Gela.”.
“Un problema che continueremo a combattere – aggiunge la Musti – attraverso un circuito virtuoso che coinvolge tutto il personale della nostra Polizia Giudiziaria che continuerà a battere il territorio palmo a palmo”.