La strage della sala da barba, Sultano è vittima di mafia: il giovane operaio morì sotto i colpi dei killer

 
0

Gela. Riconosciuto lo status di vittima di mafia.


La strage della sala da barba. Il verdetto arriva dal giudice civile del tribunale che ha valutato il caso dell’allora ventitreenne Salvatore Sultano, trucidato dai killer all’interno di una sala da barba nei pressi del quartiere San Giacomo. Le pistole fecero strage nel luglio di diciotto anni fa. Oltre a Sultano, sotto i colpi cadde il ventinovenne Emanuele Trubia, che in base alle sentenze emesse dopo quella vicenda sarebbe stato il vero obiettivo dei killer. Sultano, invece, non aveva alcun collegamento con i clan che, in quel periodo, avevano ricominciato ad alimentare il braciere di una guerra interna alle famiglie di cosa nostra locale. Nel procedimento penale, non emerse mai un eventuale coinvolgimento del giovane operaio in vicende criminali. Estraneità ai clan ribadita anche dalla Cassazione. Per questa ragione, i familiari si sono rivolti ai giudici civili, di modo da ottenere il riconoscimento dello status di vittime. E’ stato il loro legale, l’avvocato Giuseppe Cascino, a depositare un vasto dossier sulla vicenda giudiziaria di Sultano. Tra le richieste, c’era anche quella di chiamare a testimoniare il collaboratore di giustizia Giuseppe Scicolone, che avrebbe potuto riferire maggiori particolari su quell’azione di morte. Il giudice, però, dopo aver valutato la documentazione, non ha ritenuto necessario sentirlo, riconoscendo il giovane ucciso come vittima di mafia.  

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here