Gela. “La nostra non è una posizione politicamente ambigua. Abbiamo perso le elezioni, siamo all’opposizione e dobbiamo ricostruire il centrosinistra. La sfiducia, adesso, sarebbe un salto nel vuoto per la città”.
Se Arancio passa a Palermo… Il Pd locale conferma la scelta di attendere gli eventi, anche attraverso il deputato regionale Giuseppe Arancio. Il dem all’Ars, che si prepara ad una ricandidatura, potrebbe avere un ruolo decisivo. La segreteria di Peppe Di Cristina non sfiducerà il sindaco almeno fino all’esito delle prossime elezioni regionali. Se Arancio, candidato forte della segreteria cittadina dei democratici, venisse rieletto a Palermo, allora potrebbe avere l’ultima parola anche sulla scelta del prossimo eventuale sindaco del Pd. Al momento, però, tutto il centrosinistra sembra orfano di un leader. “Non abbiamo Maradona capaci di vincere da soli – continua Arancio – bisogna costruire una squadra e da lì attingere la figura migliore. Affidare la città ad un commissario, soprattutto in questa fase, sarebbe un grave errore”. Quindi, il Pd frena e rinvia tutto a dopo le regionali. Di sicuro, non dovrebbero esserci firme dem sulla mozione che verrà presentata dai consiglieri comunali del Movimento cinque stelle.
Si arriverà a dodici firme? Firme che, invece, potrebbero arrivare da un nugolo di “volenterosi”, convinti della necessità che la mozione di sfiducia debba almeno arrivare in aula ed essere discussa. Sul voto, ovviamente, nessuna garanzia. Servono dodici firme. Quelle sicure, al momento, sono quattro, tutte del Movimento cinque stelle. A dodici, però, si potrebbe arrivare, attingendo dai delusi del gruppo misto e da qualche consigliere di centrosinistra e centrodestra che potrebbe decidere di mettere alla prova la tenuta dei colleghi di schieramento.