Gela. “La mozione di sfiducia non è solo del Movimento cinque stelle ma deve essere di tutto il consiglio comunale”.
“Sfiducia condivisa”. I grillini lanciano l’ennesimo invito ai gruppi politici, in vista del passo decisivo. “Mozioni disattese, commissioni non prese in considerazione – dicono – per questa ragione crediamo che il passo più importante sia arrivare ad una sfiducia condivisa, perché condivise da tutti i consiglieri sono state le mozioni approvate e mai attuate dalla giunta. Condivisi da tutti sono stati gli atti votati nelle commissioni e mai presi in considerazione dal sindaco. Adesso sia il consiglio a sfiduciare Messinese. Sia la città a farlo tramite i suoi rappresentanti. Lo faccia perché Messinese non ha rispettato le decisioni e la politica consiliare. E’ il momento di un passo collettivo e chiediamo a tutti i consiglieri di farlo per la città, insieme, senza colore politico”. I grillini mettono sul tavolo la loro bozza di mozione. “Abbiamo lavorato ad una bozza di mozione di sfiducia che fa riferimento al lavoro di tutto il consiglio comunale, alle proposte consiliari approvate in aula e disattese, una mozione che non ha colore ma che evidenzia come il sindaco non abbia mai preso in considerazione l’organo eletto dai cittadini – continuano – è un atto aperto il nostro, cui tutti i consiglieri possono aggiungere una motivazione concreta. E’ una atto per la città che va oltre il colore politico, che vuole ridare alla città il rispetto dei principi democratici che questa giunta ha calpestato. Invitiamo tutti i gruppi a lavorare insieme per rendere forte questo atto e scriverlo insieme. Invitiamo tutti i gruppi ad un lavoro collettivo, con incontri aperti che servano a cementificare questa azione corale e non di parte”. C’è l’apertura ad una sfiducia collettiva, almeno in base a quanto sostenuto da Simone Morgana, Virginia Farruggia e Vincenzo Giudice.
Amato lascia la vicepresidenza della commissione e denuncia gli inciuci. Nelle stesse ore, infatti, Angelo Amato ha rotto gli indugi, lasciando la vicepresidenza della sesta commissione comunale. Continuerà a lavorare in commissione, ma senza ruoli. Se il gruppo consiliare apre ad una sfiducia collettiva, condivisa da tutta l’assise civica, Amato è invece molto più duro con gli altri gruppi politici rappresentati in aula. “La maggioranza dei consiglieri – spiega – a fronte di questa palese mala amministrazione, predilige, al contrario, l’affannoso tentativo di salvare la poltrona del sindaco e la propria, di modo da garantirsi altri tre anni di visibilità amministrativa. Tutto a danno dei cittadini. Adesso, imponendo l’azzeramento delle commissioni consiliari, considerate merce di scambio per soddisfare appetiti presidenziali e giochi di potere non condivisibili”. Amato, quindi, non sarà più vicepresidente della sesta commissione, in aperta polemica con quanto sta accadendo in municipio. “Le ragioni di questa decisione derivano dalla necessità di non sentirsi complici dinnanzi agli elettori degli inciuci, o tentativi di inciucio spartitorio, che niente hanno a che vedere con la trasparenza, la celerità, l’efficacia dell’azione amministrativa ed il perseguimento del bene pubblico. Siamo davanti allo spregio per le regole dimostrato dalla maggioranza che con scarso rispetto istituzionale e nei confronti dei cittadini, continua ad alimentare fumose prove di un’orchestra sempre più politicamente stonata”. Per Amato, peserebbero ancora la mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, portata in aula da “un mal assortito assembramento di consiglieri di traballante collocazione politica”, oltre alle tante inefficienze della giunta, dal servizio di raccolta rifiuti alle vicende delle nomine in Ghelas.