Gela. Gli operai della fabbrica di Sannazzaro non hanno gradito la proposta avanzata dall’Ugl chimici nissena di dirottare la raffinazione del petrolio a Gela, soluzione commerciale per rispondere in breve tempo e con minori risorse all’incendio del primo dicembre divampato agli impianti del “Progetto Est” del piccolo comune pavese.
Insulti all’Ugl a Sannazzaro. Una copia dell’articolo pubblicato dalla nostra testata, dove Andrea Alario segretario provinciale dell’Ugl chimici ha ipotizzato il riavvio della “linea 1” della fabbrica di contrada Piana del Signore, è stato affisso in un armadietto della raffineria lombarda insieme ad insulti rivolti proprio agli esponenti dell’Ugl chimici. “Le bacheche sono per i sindacati presenti in rsu!”, qualcuno ha scritto a penna sopra un comunicato sindacale escludendo a chiare lettere il ruolo dell’Ugl, federazione dei chimici che informava gli iscritti di avere chiesto un incontro ai vertici Eni a seguito dell’incendio all’impianto “Est”. In basso, con un pennarello scuro, hanno aggiunto aggettivi offensivi associandoli al movimento politico “Fratelli d’Italia”.
No comment di Alario. Sulla vicenda, questa volta, Andrea Alario, ha preferito mantenere le distanze. “Non conosco questo episodio – spiega il segretario Ugl chimici della provincia nissena – Preferisco non commentare, almeno fino a quando non farò luce con la segreteria nazionale e lombarda”.
Al Mise hanno salvato la “linea 1”. Intanto la proposta avanzata da Andrea Alario trova fondamento anche sul protocollo d’intesa sottoscritto il 6 novembre 2016 al Mise, ministero per lo Sviluppo economico, dove venne inserita una clausola di salvaguardia della “linea 1” nel progetto di riconversione della fabbrica in raffineria ecologica.
Le promesse non mantenute di Renzi. Il progetto di Eni, che consentirà di raffinare olio di palma invece del petrolio, va avanti ma, a regime, garantirà occupazione solo per 400 dipendenti del diretto degli ormai ex mille. Il trasferimento di 600 famiglie verso altri siti del colosso energetico del cane a sei zampe, nel nord Italia e in altri paesi esteri, è sfociato in una sensibile diminuzione demografica della popolazione gelese scesa a quota 74 mila abitanti. Rimane l’incertezza per molti lavoratori delle imprese dell’indotto, nonostante la clausola del mantenimento occupazionale millantata direttamente dall’ormai ex premier Matteo Renzi in visita a Gela il 14 agosto 2014.