Gela. I loro commenti, postati sul social facebook, non sono passati inosservati. Tre utenti furono segnalati dai carabinieri e i pm della procura li hanno indagati per “istigazione a delinquere”. Devono rispondere alle accuse davanti al gup del tribunale. Due anni fa, nei giorni successivi al duplice tentato omicidio dell’area di servizio “Gb oil”, postarono commenti a favore dell’azione messa a segno da Paolo Quinto Di Giacomo, che sparò contro due licatesi, che solo poco prima avevano importunato due donne, compresa la sorella dello stesso Di Giacomo. Scoppiò una rissa, poi seguita dai colpi di pistola. I due rimasero feriti. Per Di Giacomo, a marzo, è arrivata la condanna ad otto anni di reclusione, emessa dal gup del tribunale, al termine del rito abbreviato. Nei commenti dei tre, si leggeva, tra le altre cose, “io arrivo e lo sparo. Semplice. Se non mi tutela la legge mi tutelo da solo” oppure “tocchi mia sorella e vuoi ancora avere ragione? La prossima volta se ricapita spara all’altezza dei bronchi” e ancora “ci dovevano essere pure gli altri così non vanno a rompere i c…”. Tutte espressioni che secondo i pm della procura erano volte a giustificare il duplice tentato omicidio, che dagli inquirenti fu subito considerato come un fatto molto grave.
Le accuse di istigazione a delinquere sono mosse ad un utente veneto, ad uno campano e ad un calabrese (difesi dai legali Vittorio Giardino e Giuseppe Marletta), rintracciati dai carabinieri, che avviarono verifiche anche sulla loro identità virtuale. Pare che molti altri webnauti, iscritti a facebook, commentarono postando frasi a sostegno di chi sparò, ma non tutti sono stati individuati. In udienza preliminare si tornerà il prossimo novembre.