La politica del…ricorso, ancora “voci” sulle mosse del candidato sconfitto: campagna elettorale senza fine

 
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Gela. Le “voci” si susseguono ormai dal giorno successivo alla vittoria del sindaco Lucio Greco e lui stesso le ha richiamate durante il discorso di venerdì in aula consiliare, successivo al giuramento. Una parte del gruppo vicino allo sconfitto Giuseppe Spata potrebbe giocarsi la carta del ricorso al tribunale amministrativo regionale, per contestare l’esito elettorale che ha consegnato il municipio alla coalizione del neo primo cittadino. L’avvocato si è messo alle spalle il rivale salviniano, con uno scarto di poco superiore ai mille voti. Un esito che ancora oggi il leghista battuto pare non aver archiviato, anzi. Quasi a voler rimarcare le ruggini accumulate nelle settimane della campagna elettorale, venerdì in aula consiliare i due esponenti leghisti hanno ritenuto di non doversi alzare (come invece hanno fatto tutte le autorità presenti e il resto dei consiglieri) per tributare l’omaggio formale al sindaco che ha giurato. Un voltafaccia significativo che potrebbe celare l’intenzione di non chiudere la pagina elettorale, ma piuttosto di riaprirla davanti ai giudici. Il drappello di centrodestra, all’esordio tra gli scranni d’aula, si è dimostrato piuttosto fragile, almeno rispetto alle previsioni iniziali. La leadership sembra un discorso in mano agli esponenti di “Avanti Gela” Salvatore Scerra e Gabriele Pellegrino. Salvatore Incardona dell’Udc ha subito voluto marcare il campo, facendo capire pubblicamente che non accetterà imposizioni, nonostante i tentativi di mediazione abbozzati anche dal consigliere di Fratelli d’Italia Sandra Bennici. Anche l’opzione del ricorso non sembra una mossa che eventualmente possa mettere d’accordo tutte le anime che in campagna elettorale si sono schierate con il candidato leghista. Se venisse effettivamente proposto, potrebbe rappresentare un’ultima spiaggia tentata dallo sconfitto, ma con il rischio che altri alleati possano defilarsi.

Da quanto trapela, sarebbero riaffiorati i sospetti sulla fase di presentazione delle liste. Diverse civiche finirono sui tavoli dei funzionari del Comune, ma senza l’elenco completo di tutti i candidati. Quelle del gruppo di centrodestra sono state poi ripresentate, con regolare indicazione dei ventiquattro schierati. Cosa che non è avvenuta per quelle a supporto di Greco, i cui referenti hanno preferito andare avanti, sicuri del fatto loro. Potrebbe esserci anche questo dietro ad uno dei motivi di un possibile ricorso, che oggi viene catalogato sotto la dicitura ufficiale di “voce”. Per ora, è l’unica prova tangibile arrivata dal candidato sconfitto, oltre al mancato omaggio istituzionale al sindaco eletto.

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