Gela. Telefoni intercettati e riprese video per cercare di stanare l’allora latitante Mirko Russello, accusato del tentato omicidio di un rivale. Le indagini dei poliziotti. A coprire la sua breve fuga, stando ai magistrati della procura, sarebbe stato un altro giovane, Salvatore Marino. E’ finito a processo con l’accusa di favoreggiamento personale. Davanti al giudice Silvia Passanisi, è stato sentito uno dei poliziotti che si occupò di rintracciare il latitante. “Effettuammo appostamenti e il telefono di una giovane venne messo sotto intercettazione – ha spiegato – ritenevamo che ci avrebbe potuto condurre a Russello”. Il giovane venne arrestato dopo un’incursione in uno stabile dello Iacp a Marchitello. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Marino a coprire la latitanza di Russello, ospitandolo nella sua abitazione. “Nell’appartamento – ha detto ancora il poliziotto – trovammo un borsone e del denaro, tutti riconducibili al latitante”. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Enia, ha cercato di ricostruire le attività svolte dagli agenti di polizia. Secondo la difesa, infatti, non ci sarebbero elementi per collegare la fuga del latitante ad una possibile copertura assicurata da Marino. Intanto, come chiesto dalla difesa, il giudice Passanisi non ha ammesso la perizia su un’intercettazione telefonica, chiesta invece dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro.