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La Filctem: "Troppi ritardi di Eni sul protocollo, basta spot pubblicitari"

Gela. I ritardi da parte di Eni continuano a preoccupare i sindacati del settore chimico. “Siamo in evidente ritardo rispetto ai programmi stilati con il protocollo d’intesa – spiega il segretario pro...

A cura di Rosario Cauchi
10 ottobre 2018 13:12
La Filctem: "Troppi ritardi di Eni sul protocollo, basta spot pubblicitari" - Catania e il segretario nazionale Falcinelli vogliono certezze anche dal nuovo protocollo
Catania e il segretario nazionale Falcinelli vogliono certezze anche dal nuovo protocollo
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Gela. I ritardi da parte di Eni continuano a preoccupare i sindacati del settore chimico. “Siamo in evidente ritardo rispetto ai programmi stilati con il protocollo d’intesa – spiega il segretario provinciale della Filctem Cgil Gaetano Catania – lo spirito del protocollo rischia di venire meno. Il messaggio mediatico lanciato nelle campagne pubblicitarie nazionali che danno Gela come caso risolto, ad oggi non risulta avere riscontro”. Catania, nella relazione esposta davanti ai vertici regionali e nazionali della sigla dei chimici e ai manager di Eni, ha stilato una serie di incongruenze rispetto agli accordi sulla riconversione della fabbrica di contrada Piana del Signore. “L’avvio della produzione della green refinery, previsto per il luglio 2017 – prosegue -continua a subire inaccettabili ritardi. L’ultima data fornita fissa l’avvio al 31 dicembre. Auspichiamo che non si debbano registrare ulteriori ritardi”. I chimici della Cgil mirano ad ottenere il rientro nel sito locale degli operatori trasferiti in altri stabilimenti del gruppo, italiani e esteri.

Senza riscontri da Eni, Filctem, Femca e Uiltec sono pronte ad azioni unitarie. Al congresso, si è visto il segretario della Femca Cisl Francesco Emiliani (che insieme a Maurizio Castania della Uiltec) sta seguendo la linea sindacale unitaria rilanciata da Catania. Tra i punti interrogativi, c’è poi il netto calo di produzione del settore upstream, gestito da Enimed. In attesa del maxi progetto della base a terra, c’è incertezza tra gli operatori del settore. “Gli investimenti nel settore upstream sono stati collocati in un orizzonte temporale sempre più indefinito – dice ancora Catania – mentre la produzione continua a registrare drastiche riduzioni nei volumi, con conseguenze anche sulle aziende specializzate dell’indotto, che per mantenersi a galla esercitano ribassi che ricadono direttamente sulla pelle dei lavoratori”. Per i chimici della Filctem, come è stato ribadito nel corso del congresso che dovrebbe riconfermare Catania alla guida della sigla, il futuro della città non può prescindere dall’industria. Ma ci sono troppi stop, compresi quelli sulle bonifiche. Il sindacato, inoltre, è stato del tutto escluso dal confronto su progetti come l’hub per il gas naturale liquefatto, comunque ancora al palo. “Chiediamo di evitare inutili annunci a mezzo stampa – ha spiegato il segretario – serve programmare il prima possibile specifici incontri per definire tempi e modalità di realizzazione”. Senza interventi dalla politica, che deve cercare soluzioni occupazionali alternative, gli investimenti di Eni comunque non basteranno. “C’è bisogno di prospettive vere e non di clientelismo – l’accordo di programma deve essere uno strumento autorevole”. Le prospettive che escono dal congresso Filctem non sembrano delle migliori, in una fase nella quale la città dovrà anche scegliere una nuova guida politica. 

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