Gela. Incastrato dopo un investimento da duecentocinquantamila euro.
La droga trovava nell’auto. Ci sarebbe questo dietro alle traversie giudiziarie che si sono abbattute, negli scorsi anni, su Domenico Timpanelli, maestro elementare, arrestato dopo che i finanzieri trovarono in uno dei passaruota della sua auto circa mezzo chilo d’hashish. In realtà, però, almeno da quanto emerso nel corso di diverse indagini avviate dai pm della procura, quella droga sarebbe stata piazzata appositamente per far scattare le manette. Il maestro elementare è parte civile nel dibattimento a carico del faccendiere siracusano Biagio Tribulato, che è accusato di calunnia. Avrebbe avuto un ruolo determinante nel procurare la droga poi trovata nell’auto. Le accuse mosse a Timpanelli, invece, sono tutte cadute. “Nel 2011, Vincenzo Acciaro, promoter dell’agenzia locale Allianz – ha detto Timpanelli davanti al giudice Miriam D’Amore – mi propose un investimento da duecentocinquantamila euro, attraverso l’agenzia. Io avrei guadagnato sugli interessi maturati. Era un amico di famiglia, lo conoscevo fin da piccolo e così gli consegnai cinque assegni da cinquantamila euro. Erano i miei risparmi personali. Con il tempo, però, dopo che alcuni amici iniziarono a suggerirmi di fare un passo indietro, per evitare cattive sorprese, decisi di chiedere la restituzione dei soldi. Ero disposto a pagare la penale prevista nel contratto. Da lì, iniziarono tutti i problemi. Nel marzo 2012, abbiamo avuto scontri verbali molto forti. Acciaro, spesso, si presentava con questo Tribulato. Da quanto mi riferiva, sarebbe stato un manager Allianz. In realtà, non era assolutamente vero”. Da quanto emerso, Timpanelli riuscì ad avere un assegno a garanzia, sempre da duecentocinquantamila euro, che avrebbe dovuto incassare a fine aprile del 2012, dopo che in più occasioni il promoter e lo stesso Tribulato presero tempo, addirittura richiedendo la mediazione del dirigente scolastico dell’istituto nel quale lavorava l’insegnante. Tutto questo, però, saltò. Timpanelli venne arrestato dai finanzieri che, con un blitz a Macchitella, dove vive la sua famiglia, scoprirono la droga. “Ho sofferto moltissimo per tutta questa vicenda – ha concluso – ho perso il posto di lavoro e anche la mia attività nel settore turistico ne ha risentito. Addirittura, mi accusarono di essere un usuraio”. Il maestro elementare ha risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace e a quelle del legale di parte civile, l’avvocato Vincenzo Ricotta. I dubbi degli inquirenti si sono concentrati, successivamente, sulla dinamica dei fatti dell’aprile di cinque anni fa. Mentre i finanzieri organizzavano un servizio d’osservazione sotto l’appartamento di Timpanelli a Macchitella, la cella telefonica di Tribulato veniva intercettata in via Ravenna, praticamente nei pressi dell’abitazione. Le celle telefoniche che consentirono di ricostruire gli spostamenti dell’imputato, la notte precedente al ritrovamento della droga, permisero di intercettare frequenti contatti anche con un tenente della guardia di finanza, allora in servizio in città. In aula, probabilmente per la decisione, si tornerà ad ottobre.